13/09/2006 - The Gathering @ Live Music Club - Trezzo Sull'Adda (MI)

Pubblicato il 21/09/2006 da

A cura di Carlo Paleari
 
Serata di grande musica quella che ha caratterizzato il concerto dei The Gathering. La band, che molti avevano potuto vedere all’opera sul palco dell’Evolution Festival, è stata accolta con grande entusiasmo dai fan presenti. Certo, forse la band non è più inscrivibile in un contesto metal, vista la direzione stilistica intrapresa, tuttavia il pubblico presente sembra proprio provenire da questo ambito musicale. Cosa significherà questo? È un segno di come i The Gathering non siano riusciti effettivamente a staccarsi dalle loro radici, oppure che il popolo metal è meno chiuso e inquadrato di quello che sembra? Qualunque sia la risposta, resta il fatto che i presenti hanno potuto godere di un bellissimo concerto, pieno di feeling e passione.

THE GATHERING

Sono le 22.30 circa, quando finalmente salgono sul palco i The Gathering, guidati dalla sempre affascinante Anneke Van Giersbergen. Alle spalle della band capeggia un singolare striscione con il logo della band realizzato in maniera molto amatoriale e sarà la stessa Anneke a spiegare al pubblico che si tratta proprio di uno dei primi ‘fondali’ usati dalla band agli inizi degli anni ’90. Il concerto inizia ottimamente sulle note di due estratti da “Home”, l’ultimo lavoro della band olandese, ma è solo a partire dal primo estratto dagli album passati, “Liberty Bell”, che il pubblico esplode davvero in visibilio. La band è compatta e precisa ma, naturalmente, tutta l’attenzione viene catturata da Anneke, la cui voce straordinaria ammalia i presenti dalle prime note. Sfortunatamente bisogna dire che l’acustica del Live Club è stata davvero agghiacciante, penalizzando fortemente la resa sonora della serata (la voce veniva spesso coperta, suoni ovattati, chitarre e batteria troppo alte, tastiere semi-inesistenti…) e facendo perdere tutte le sfumature che rendono così sfaccettato il sound dei The Gathering. Sempre parlando di problemi, arrivati al quarto brano, “Probably Built In Fifties”, accade un altro piccolo inconveniente, che spezza la bella atmosfera creatasi: l’impianto salta completamente, lasciando muta la band per qualche minuto. La band imbarazzata si trova quindi costretta a interrompere il concerto in attesa che venga sistemato il problema e riavviato tutto il sistema. Per fortuna gli olandesi non si lasciano influenzare da tutto ciò e il concerto riparte con la stessa energia mostrata all’inizio. Lo spettacolo continua senza altri intoppi e i The Gathering ripercorrono quasi la totalità della loro carriera, dai nuovi brani, come “Waking Hour”, la stupenda “A Noise Severe”, “Box” e “Home”, fino ai vari estratti dai lavoro precedenti: “Saturnine”, “Monsters”, “A Life All Mine”, “Broken Glass” e “Travel”. Anneke si destreggia con ammaliante sicurezza in tutto il suo spettro vocale, dalle parti più intimistiche e sofferte, fino a quelle più trascinanti e ariose, aggiungendo a tutto ciò il suo carisma e il suo fascino che la rendono una di quelle donne capaci di essere ammiccanti e sensuali, senza alcuna volgare ostentazione o forzatura. I minuti scorrono intensamente e, purtroppo, si avvicina la fine della serata, scandita dai brani tratti da “Mandylion”, l’album forse più amato dal pubblico dei The Gathering. Dopo una bellissima “Eleanor”, infatti, la band abbandona il palco ma, visto il calore e le acclamazioni del pubblico, i cinque decidono di regalare al loro pubblico una canzone in più, non prevista dalla scaletta ufficiale. Così, sulle note di “Strange Machines” si conclude questa bellissima serata, scandita dal flusso di grandi emozioni trasmesso dalla band e dalla partecipazione di un pubblico attento e ricettivo.

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