Nuovo mini-tour per i The Haunted, che decidono di toccare tutte le principali città del nord Europa per presentare live il loro ottimo nuovo album, “The Dead Eye”. Metalitalia.com ha seguito per voi la data di Londra, svoltasi in un Underworld letteralmente al completo!
MERCENARY
Questa sera la support band dei The Haunted erano i Mercenary, formazione danese dedita ad un melodic death metal decisamente arioso e controllato, che ha la peculiarità di essere cantato principalmente in voce pulita. Il gruppo si è presentato sul palco senza fare troppe scene e ha intrattenuto il già numeroso pubblico presente per circa mezz’ora, presentando quattro lunghe composizioni estratte dai sue ultimi due album, “The Hours That Remain” e “11 Dreams”. Chi scrive non ha mai particolarmente gradito la proposta della band, ma bisogna ammettere che dal vivo il sestetto acquista un groove e una potenza di tutto rispetto. Inutile parlare di presenza scenica, in quanto – anche volendo – i sei ragazzi danesi non avrebbero mai potuto muoversi con facilità sul piccolo palco dell’Underworld, quindi ci si limiterà a dire che i nostri hanno suonato con precisione e discreto carisma, raccogliendo grandi applausi soprattutto durante le esecuzioni di “Redefine Me” e “World Hate Center”.
THE HAUNTED
Non c’erano transenne nè servizio di sicurezza a dividere i fan dai The Haunted quando questi ultimi hanno fatto il loro ingresso. Parecchie persone, tra cui il sottoscritto, erano letteralmente sedute sul palco quando le note dell’intro “The Premonition” sono partite, ma i cinque svedesi non hanno avuto alcunchè da ridire e, anzi, hanno accettato di buon grado la situazione, avvicinandosi ulteriormente ai fan e stringendo loro la mano. Soprattutto il frontman Peter Dolving, nonostante avesse l’influenza, non si è per nulla risparmiato per tutto l’arco dello show, cantando sempre a ridosso della folla e dando prova di grande simpatia nelle pause fra un brano e l’altro. Quasi inutile dire che i vecchi brani del repertorio sono stati suonati in maniera stra-fedele dalla band; i vari “In Vein”, “99”, “Shadow World” o “Abysmal” hanno dato vita a mosh-pit davvero vasti e feroci, che a volte hanno messo quasi a repentaglio l’incolumità del gruppo stesso! Con maggiore attenzione sono invece state ascoltate le nuove composizioni, sia perchè la maggior parte dei presenti doveva ancora fare la conoscenza di “The Dead Eye”, sia perchè – e questo riguardava ovviamente coloro che avevano già avuto modo di sentire il disco – c’era la curiosità di vedere come i nostri sarebbero riusciti a riproporre dal vivo le trame più soft e articolate. Ma proprio cimentandosi con i nuovi pezzi (fra i tanti, “The Flood”, “The Medusa” e “The Failure”), i The Haunted hanno dimostrato per l’ennesima volta di essere una ottima live band. Non erano pochi coloro ad essere scettici sulla resa live del nuovo materiale, ma il gruppo svedese lo ha riproposto davvero fedelmente e con una grande carica, tanto che si è riusciti a pogare persino sulle note della succitata “The Failure”, una delle canzoni più melodiche contenute nell’ultima fatica… song che ha visto Dolving perfettamente a suo agio anche nelle parti ‘clean’ più elaborate… grande performance, la sua. Insomma, a conti fatti quello offerto di The Haunted è stato uno spettacolo di caratura veramente elevata: sarà forse stato per il fatto che i nostri hanno suonato a stretto contatto col pubblico, oppure perchè spesso si aveva quasi l’impressione di trovarsi in una sala prove più che in un locale. In ogni caso, si è tornati a casa davvero soddisfatti ed esaltati: era da tempo che non ci si imbatteva in dei The Haunted così in forma!
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