04/12/2008 - The Rotted + Dam + Nailed + Dead Beyond Buried + Theoktony @ Purple Turtle - Londra (Gran Bretagna)

Pubblicato il 15/12/2008 da
A cura di Luca Pessina
 
“Season Beatings”, il party natalizio del noto magazine inglese Terrorizer, si è confermato a tutti gli effetti un piccolo festival death metal, che ha visto protagonisti una manciata di gruppi locali. Dai violentissimi Theoktony, provenienti dalla valida scuderia Feto Records, per arrivare ai noti The Rotted, che con il nuovo “Get Dead Or Die Trying” sono ormai diventati da queste parti un nome di prima grandezza. La serata è andata avanti all’insegna della brutalità per circa cinque ore, nelle quali le band sono state continuamente sostenute e acclamate da un pubblico accorso piuttosto numeroso già dalle prime battute. Del resto, si sapeva che in pochi si sarebbero lasciati sfuggire l’occasione di usufruire gratuitamente del bar, a maggior ragione in un venerdì sera londinese…

THEOKTONY

Uno show di circa mezz’ora è forse il contesto ideale per godere a pieno della potenza dei Theoktony. Su disco, almeno per ora, la band è un po’ prolissa e alla lunga tende ad annoiare, ma dal vivo, se sfodera i suoi brani migliori, riesce tranquillamente a fare la sua bella figura. Ecco dunque che lo slot di apertura del concerto ha tutto sommato giovato loro: i nostri hanno proposto una manciata di tracce senza pause, puntando ovviamente tutto sul loro materiale più brutale. La resa sonora è stata notevole e il pubblico ha dimostrato di apprezzare, soprattutto durante i midtempo di scuola Immolation che il gruppo ha nel suo repertorio. C’è ancora da rivedere un po’ la presena scenica, certo non brillante, ma a livello di impatto e cura nell’esecuzione i Theoktony sono già su alti livelli.

DEAD BEYOND BURIED

Usciti circa un anno e mezzo fa con il debut album “Condemned To Misery”, pubblicato dalla Siege Of Amida Records, i Dead Beyond Buried stanno gradualmente scalando posizioni nella classifica di popolarità delle death metal band britanniche. Partecipazioni a festival come il Metalcamp e il Neurotic Deathfest e mini-tour di spalla agli Obituary hanno senz’altro fatto guadagnare esperienza ai nostri, che sul palco del Purple Turtle sono infatti apparsi decisamente a loro agio. La loro proposta, un death metal classico con più di un riferimento ai Malevolent Creation, si presta inoltre molto bene alla sede live, potendo contare su diversi rallentamenti “da pogo” e su dinamiche in grado di destare l’interesse anche degli astanti più disattenti. Un nome, quello dei Dead Beyond Buried, che probabilmente non riuscirà mai a farsi segnalare come innovativo, ma che tuttavia pare promettere bene sul fronte sostanza e qualità.

NAILED

Classici tanto quanto i Dead Beyond Buried, ma complessivamente meno ispirati, i Nailed hanno un po’ faticato a coinvolgere la folla questa sera. Purtroppo i nostri, giunti di recente al traguardo del secondo full-length, sembrano essere destinati a diventare il tipico gruppo underground che merita sì rispetto per l’impegno profuso, ma sul quale in pochi investiranno mai il loro denaro. C’è da dire che sia l’esecuzione che la presenza scenica della band sono apparse entrambe dignitose questa sera, ma, essendo i brani un po’ spenti o troppo derivativi, l’intero show ha ugualmente stentato a decollare. In molti, insomma, non vedevano l’ora di passare oltre, anche se fra i presenti nessuno ha apertamente dato ai nostri le spalle…

DAM

Un gran bel concerto è invece stato quello a opera dei Dam, che in mezz’ora hanno proposto praticamente tutti i brani più efficaci del loro ultimo lavoro, quel “The Difference Engine” rilasciato un anno fa dalla Candlelight Records. Mischiando techno-death, doom e black metal, la band è senza dubbio apparsa assai più personale e coinvolgente dei Nailed, ma la marcia in più della performance è stata anche la maniera con cui i nostri hanno tenuto il palco e la qualità della resa sonora, che ha permesso a tutti di distinguere con una certa chiarezza anche i passaggi più intricati. Su full-length i Dam devono ancora aggiustare qualcosina, rendendo magari la loro proposta un po’ più fluida e coerente, però sul fronte live non ci si sente di fare troppi appunti… il gruppo “spacca”.

THE ROTTED

Ci si è divertiti parecchio durante lo show dei Dam, ma è quasi superfluo sottolineare come l’esibizione degli headliner sia stata di un livello superiore sotto ogni punto di vista. Come dicevamo, i The Rotted sono ormai una realtà consolidata e la presenza in lineup di un gran frontman come Ben McCrow e di un musicista come Gian Pyres – che ha alle spalle centinaia di date live con Cradle Of Filth e Christian Death – non è certo una cosa da sottovalutare. Messi al confronto con gruppi emergenti come quelli protagonisti questa sera, i The Rotted sono ovviamente apparsi quasi di un altro pianeta, forti di una presenza scenica e di una coesione impeccabili. Il concerto è stato breve – la band è salita on stage quasi a mezzanotte e ha volutamente dato spazio solo ai pezzi pubblicati a nome the Rotted – ma l’intensità sprigionata non ha avuto eguali nel corso della serata, con “Angel Of Meth” e “Nothing But A Nosebleed” a scatenare una vera e propria bolgia sotto il palco. “Get Dead Or Die Trying” è uscito da poco, ma già non si vede l’ora di assaporare il suo successore, anche solo per poter godere di concerti più lunghi e corposi da parte di questa interessantissima formazione.

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