11/05/2011 - THEATRES DES VAMPIRES + MOTHERSTONE + J.T.R. SICKERT + SCREAM BABY SCREAM @ THEATRES DES VAMPIRES + MOTHERSTONE + J.T.R. SICKERT + SCREAM BABY SCREAM -

Pubblicato il 18/05/2011 da

A cura di Matteo Cereda

Serata a tinte fosche tutta italiana in quel del Legend 54 di Milano per l’apertura del tour europeo dei nostri Theatres Des Vampires. La band di origine capitolina è reduce dalla pubblicazione dell’ottimo “Moonlight Waltz” e proprio dalla tappa milanese comincerà a saggiare i responsi di pubblico. L’ulteriore passo in avanti compiuto a livello di songwriting nell’ultimo lavoro costituisce motivo di grande attesa per poter gustare le nuove tracce in sede live. E’ stata una lunga serata all’insegna del gothic e del metal horrorifico, con ben tre band a supportare gli headliner. La risposta del pubblico purtroppo non è parsa delle migliori con poche decine di spettatori attorniati sotto il palco in un clima intimo ma sin troppo freddo, un vero peccato perché la gente si è persa una buona occasione per supportare il metal tricolore.

 

SCREAM BABY SCREAM

Il difficile compito di dare il via alle ostilità spetta agli horror rockers SBS (Scream Baby Scream). La band milanese, pur giocando in casa, non può certo contare sull’appoggio del pubblico, al momento ridotto ai minimi termini e per di più ancora piuttosto freddo, ciò nonostante il giovane gruppo nostrano calca il palco del Legend con energia da vendere, presentando diversi brani dall’imminente “U And Me 3 Meters Underground”. Il genere proposto è una sorta di goth n’roll – o horror hard rock, se preferite – dalle tinte moderne, sulla scia dei Murderdolls, richiamati anche dal look. Non si percepisce grande originalità ascoltando i pezzi durante la performance dei nostri, tuttavia il songwriting sembra spigliato e diretto al punto giusto per far breccia tra il pubblico sin dalle prime battute. Dal punto di vista tecnico si notano ampi margini di miglioramento in termini di compattezza e aggressività ritmica, ma l’età è dalla parte degli Scream Baby Scream, che possono già contare su una serie di canzoni ben strutturate. Colpisce positivamente anche l’autoironia della band, riscontrabile dal titolo dell’ imminente full-length, ma anche dalla riproposizione della cover di Lady Gaga “Bad Romance” in una simpatica versione metallizzata a titolo “Necromance”, che smuoverà definitivamente il pubblico.

J.T.R. SICKERT

Davvero intrigante il dark, gothic metal intriso di basi electro offerto dai JTR Sickert. La band modenese mette in luce
attraverso la mezzora abbondante a propria disposizione un songwriting maturo, pescato dal debutto “You Deserve Panic” del 2009. Il gruppo emiliano alterna suadenti partiture di stampo gothic alla Sirenia ad aperture dark che chiamano in causa i Paradise Lost più moderni, fino ad arrivare alle dirompenti influenze industrial dei Rammstein. Potendo contare fra l’altro sul doppio cantato maschile–femminile del duo Tiziano-Erika, i JTR riescono facilmente a trovare ottimi cambi d’atmosfera anche all’interno della stessa canzone, oltre ad offrire spunti interessanti nelle sovrapposizioni tra i due vocalist. Un buon mix sonoro che convince anche dal punto di vista esecutivo, a parte una regolazione dei volumi non impeccabile a discapito della sopraccitata Erika, parsa in difficoltà d’intonazione sulle tonalità medio-basse, ma indubbiamente da rivedere con un’acustica migliore.

MOTHERSTONE

I capitolini Motherstone danno una bella pettinata alla platea con il loro debordante metal-core non immune da influenze thrash metal, death metal e alternative. La band suona sin dall’inizio della propria performance in maniera solida e compatta, la resa sonora a tratti è un po’ caotica e questo non permette all’ascoltatore di seguire con precisione i dettagli tecnici delle ritmiche, tuttavia l’impatto frontale che i Motherstone offrono al pubblico è notevole. La maggior parte delle canzoni viene estratta dal loro ultimo e positivo disco “Terror Is Over” e mette in evidenza l’ottima contrapposizione tra l’aggressività strumentale e vocale dell’indemoniato Giorgio e la timbrica decisa ma pulita dell’altra cantante Vale. La graziosa singer si dimostra un’arma in più per la band romana, non tanto o non solo per il gradevole aspetto fisico, quanto più per le buone doti vocali e una timbrica ruvida ma melodica allo stesso tempo (alla Guano Apes per intenderci), in grado di spezzare la tensione accumulata dalla frangia estrema del gruppo.

THEATRES DES VAMPIRES

Quando arriva finalmente il momento dei protagonisti della serata, il locale nel frattempo si è leggermente riempito, pur presentando un colpo d’occhio impietoso. I Theatres Des Vampires fanno il loro ingresso in scena accompagnati da un introduzione sinfonica sul palco del Legend 54 agghindato per l’occasione con il logo della band sullo sfondo e una serie di lapidi sistemate tra i musicisti. L’attacco è con “Keeper Of Secrets”, opener del recentissimo “Moonlight Waltz”, il sound è un po’ impastato ma si riesce a percepire bene la parte strumentale, mentre qualche riserva rimarrà a lungo sulle vocals, messe troppo spesso in secondo piano e addirittura difficilmente distinguibili allorchè fanno capolino le imponenti basi corali registrate. Come detto, la platea non è particolarmente numerosa né partecipe e per questo i Theatres si limitano ad annunciare le canzoni senza troppi fronzoli, riducendo al minimo l’interazione col pubblico, ma dimostrando al contempo grande professionalità nell’eseguire i pezzi con la giusta carica emotiva. Gli occhi sono tutti per l’affascinante singer Sonya Scarlet, che si presenta sul palco con tanto di maschera, copricapo e velo nero per lasciar presto spazio, già al secondo brano, ad un completo molto scoperto tutto lattice e fibbie, per la gioia del pubblico mascolino. Purtroppo, come sopra descritto, il sound non sempre consente di apprezzare al meglio le sfumature vocali di Sonya, tuttavia la cantante sa come attirare l’attenzione con movimenti sensuali, cambi d’abito e qualche effetto speciale come sangue finto e un libro che prende fuoco nel bel mezzo della canzone. L’ultimo disco della band, pluricitato in questo report, trova conferme positive anche dal vivo con la buona resa di pezzi quali “Sangue”, “Le Grand Guignol” e il singolo “Carmilla”, ma anche il precedente “Anima Noir” non è da meno, con il grande coinvolgimento sintetico suscitato da perle del calibro di “Unspoken Words” e “Blood Addiction”, per non parlare della cover dei The Cult (“Rain”), rivisitata in versione gothic metal. Il quintetto italiano si concede ulteriori passi indietro andando a pescare ad esempio “Lilith Mater” da “Suicide Vampire” del ’92 e, dopo aver suonato con pochissime pause per un’ora abbondante di spettacolo ad alta intensità, si congeda sulle note di “Kain” e dell’intramontabile “La Danse Macabre Du Vampire”. Non resta che applaudire uno show non certo impeccabile dal punto di vista della resa sonora, se pensiamo anche a qualche problema di troppo occorso al bassista Zimon Liyoi, ma inappuntabile sotto il profilo professionale dei musicisti. Sperando in un futuro prossimo di poter ammirare la band su un palcoscenico più consono al gothic vampiresco e molto “visivo” proposto, ci sentiamo soltanto di consigliare al quintetto nostrano un approccio live più diretto e cantato in futuro, lasciando da parte qualche base di troppo.

 

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