06/05/2017 - TWELVE FOOT NINJA + UNEVEN STRUCTURE + ANEWRAGE @ Legend Club - Milano

Pubblicato il 10/05/2017 da

Report a cura di Valentina Mevoli

A cinque anni dal loro album di debutto “Silent Machine” arrivano in Italia gli australiani Twelve Foot Ninja, per un mini tour che coinvolge ben quattro diverse città. Noi siamo stati a vederli a Milano, in occasione dell’ultimo loro show su suolo italico, in un Legend Club piuttosto gremito in cui entusiasmo e curiosità sono stati elementi ben riconoscibili tra il pubblico fin dai primissimi istanti dell’intera serata. I Ninja, che con i loro due album ci hanno sempre sorpreso all’ascolto, riuscendo a calibrare e maneggiare con estrema abilità generi a volte fra loro agli antipodi, questa sera dovranno dimostrare di saper mantenere le loro promesse anche dal vivo. In apertura, gli italiani Anewrage e i francesi Uneven Structure, band, entrambe, con un nuovo album all’attivo uscito lo scorso aprile.

ANEWRAGE
Sono le 21.45 e puntualissimi salgono sul palco i giovani milanesi Anewerage per dare il via alla serata. La band meneghina, che si è da poco esibita nella medesima location in occasione della riuscitissima serata del release party del loro ultimo lavoro “Life Related Symptoms”, affronta il già numeroso pubblico presente in sala con disinvoltura. Si parte sulle note di “Nina” e si prosegue con alcuni dei loro brani più conosciuti: “Neverball” e “Ape’s Legacy”, più alcuni pezzi tratti dal nuovo album. Il gruppo offre una buona performance dimostrando di essere maturo e all’altezza della situazione. I riff delle chitarre di Manuel Sanfilippo e Christian Salvatore suonano compatti e risultano ben sostenuti dalla sezione ritmica composta dal batterista Alessandro Ferrarese e dal bassista Simone Martin. Il frontman Axel Capurro dà prova di saper ben tenere il palco interagendo costantemente col pubblico che, in risposta, non si risparmia e replica con entusiasmo. Il compito di scaldare la sala viene quindi svolto appieno. A godersi lo spettacolo dal fondo del locale anche i Twelve Foot Ninja, a cui Axel chiede di dare il benvenuto. La performance procede con successo per circa mezzora fino a chiudersi, di fronte a una venue ormai quasi piena, sulle note di “Upside Down”, tratta ancora dall’ultimo album.

UNEVEN STRUCTURE
Dopo un breve cambio palco, in perfetto orario sulla tabella di marcia, è il turno dei francesi Uneven Structure. Sin dalle prime note di “Awaken” si intuisce un brusco cambio di atmosfere, che si fanno subito cupe e intense. Purtroppo, un inconveniente tecnico non ci ha permesso di ascoltare immediatamente la voce del cantante Matthieu Romarin che però, dopo un cambio di microfono, ha avuto modo di esprimersi al meglio a partire dal secondo brano “Frost” e poi per tutta la durata del set, passando con estrema naturalezza da un pulito molto melodico ad un growl aggressivo. La band suona al meglio mettendo in risalto le abilità individuali di ciascun componente. L’ottimo suono del basso è sempre in evidenza e si combina perfettamente col drumming di Arnaud Verrier, che ci stupisce con uno stile molto raffinato fatto di groove e fill mai banali e sempre precisi. I tempi complessi e quasi sempre dispari  portati dalla sezione ritmica accompagnano l’ottimo lavoro dei chitarristi che continuano a saturare la sala con riff oppressivi sapientemente alternati ad aperture melodiche e momenti molto atmosferici e suggestivi.  Il viaggio sonoro offerto dai francesi ci accompagna per circa cinquanta minuti, durante i quali ci vengono proposte “Hail”, “Crystal Teeth”, “Incube”, per finire in un crescendo quasi djent con “Funambule” e “The Bait”, introdotta da uno stacco al limite del teatrale fatto da un mix di suoni, fruscii e coreografie luminose. L’atmosfera fosca e pesante, leitmotiv di tutto lo show,  è sottolineata e rafforzata da una scelta di luci sui toni del blu e del viola, intervallate da luci fisse alle spalle dei componenti. Alle 23.20 i francesi lasciano quindi il palco con il pubblico ormai caldo a dovere per accogliere gli headliner.

TWELVE FOOT NINJA
Quando per la prima volta, nel lontano 2012, si sentì parlare dei Twelve Foot Ninja, fu soprattutto per il video di “Coming For You”, che in un brevissimo lasso di tempo divenne virale. Ciò grazie alla sua ironia, ma soprattutto grazie a un brano assolutamente imprevedibile che mescola sonorità tipicamente metal e djent con una miriade di altri generi, creando un’alternanza inedita ma decisamente convincente. Questo è stato il passaporto che ha permesso al quintetto australiano di lasciare Melbourne e farsi conoscere in giro per il mondo. Sebbene i ‘true’ possano storcere il naso, l’heavy fusion dei Twelve Foot Ninja ha radici metal ben salde. Questa, però, è una band che parla soprattutto a coloro che non si scompongono per i cambiamenti, apprezzano le sperimentazioni, sono alla ricerca delle novità. A giudicare dai numerosi fan accorsi alla serata milanese sembrerebbe che in Italia siano davvero in molti ad apprezzare l’originalità. Gli australiani balzano sul palco, in total black, pantaloni alla zuava e scarpette ninja di ordinanza, puntualissimi alle 23.45.  Da subito è ben chiaro che la gente in sala non è lì per sola curiosità, perché, fin dalle prime note di “Collateral”, è un tripudio di sing along e ovazioni. Il pubblico conosce davvero ogni singola canzone a memoria e supporta la band con l’entusiasmo che spesso è dedicato solo a nomi ben più altisonanti. La sfida di questa sera per i Ninja è quella di dimostrare di poter replicare live la loro offerta su disco. In pochi minuti, anche i più scettici dovranno ammettere che questi ragazzi non sono solo estremamente creativi e geniali, ma sono dei musicisti incredibili, il cui livello tecnico di esecuzione è praticamente perfetto. Nick ‘Kin’ Etik offre una performance vocale eccellente, la sua capacità di modulare i suoni ha dello sbalorditivo e prosegue per l’intero show senza mai soffrire di alcuna sbavatura. Shane ‘Russ’ Russell, dietro le pelli, è una precisissima macchina da guerra, perfettamente sincronizzata con il basso a sei corde di Damon McKinnon. Le chitarre di Stevic MacKay e Rohan Hayes sono un tripudio di abilità tecnica, i cui suoni viaggiano in maniera estremamente fluida e amalgamata fra riff di aggressiva potenza e fraseggi funk. I cinque presentano una scaletta molto tirata, proponendo un ottimo mix di brani tratti da entrambi i loro album: l’ultimo “Outlier” (uscito nell’agosto 2016) e “Silent Machine”. Con “Coming For You” e “Invincible” il Legend Club esplode; sulle prime note di “Point Of You” c’è qualcuno che improvvisa dei passi di danza; “Deluge” è un tripudio di cori da parte del pubblico. Nello show trovano spazio anche intermezzi e un paio di sketch divertenti, in perfetto stile Ninja, guidati dall’istrionico Stevic MacKay, che si rivolge e coinvolge il pubblico con evidenti riferimenti all’esilarante produzione video della band, che pare tutti, da veri fan, conoscano benissimo. D’altronde, dai discorsi e soprattutto dalla risposta dei presenti si intuisce che questo sia un appuntamento a lungo sperato e atteso dai più, cosa di cui sono ben coscienti anche i cinque australiani, che ci confessano a fine concerto di essere stati del tutto sopraffatti dall’inaspettata e incredibilmente calorosa accoglienza del pubblico made in Italy. Dal canto loro, i Twelve Foot Ninja ricambiano l’enorme affetto ricevuto tributando i milanesi con uno show che supera di ben lunga anche le più ottimistiche aspettative e che alimenta ancora di più l’entusiasmo e la gioia di quei fan che hanno voluto scommettere sulle incredibili capacità di questi coraggiosi ragazzi in grado di portare una ventata di freschezza nel mondo del metal.

Setlist:
Collateral
Vanguard
Mother Sky
Kingdom
Post Mortem
Point Of You
Deluge
Manufacture Of Consent
Shuriken
Coming For You
Invincible
Encore:
Sick
Adios

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