Per celebrare la pubblicazione del già fortunato “Oro: Opus Primum”, fuori da pochissimo per la nota Neurot Recordings, gli “stoner/doom metal heroes” nostrani Ufomammut calano in Europa per una serie di date che tocca anche la capitale britannica. Si tratta di un martedì sera e dobbiamo ancora recuperare del tutto le forze dall’ultimo Roadburn, tuttavia decidiamo di non perderci l’evento, sia perchè questo ha luogo presso il Garage, uno dei locali per concerti migliori della città, sia perchè stiamo appunto divorando la recente prova del trio piemontese, che è riuscito a confermarsi su alti livelli dopo il successo di “Eve”…
INCOMING CEREBRAL OVERDRIVE
La serata viene aperta dagli Incoming Cerebral Overdrive, quintetto toscano che ha in uscita il suo terzo full-length, “Le Stelle: A Voyage Adrift”. Purtroppo non abbiamo familiarità con la proposta del gruppo in studio, ma questa sera prendiamo atto che i Nostri propongono una sorta di “post” hardcore misto a sludge, con qualche velleità più tecnica. I ragazzi sembrano avere una certa esperienza col palco e si rendono protagonisti di un set particolarmente serrato, che gode di azzeccate proiezioni sullo sfondo e che mette soprattutto in luce il chitarrista Stefano Tocci, impegnato anche ai synth, e il cantante Samuele Storai, che denota molto entusiasmo in qualità di frontman. In tutta onestà, abbiamo gradito certi brani più di altri, ma ci riserviamo di esprimere un giudizio accurato sulla band una volta avuto modo di ascoltare il loro operato su disco.
UFOMAMMUT
Quando gli Ufomammut calcano il palco, il prestigioso Garage non è certamente pieno, ma il colpo d’occhio è comunque discreto. La fama del terzetto nostrano sta crescendo, prova ne è il fatto che ogni volta che viene programmata una data da queste parti, il locale scelto è sempre più capiente rispetto a quello della volta precedente. Forse optare per il Garage è stato da parte dei promoter come fare un cosiddetto passo più lungo della gamba – considerato anche il grande numero di concerti che stanno avendo luogo nella capitale ultimamente, cosa che sta mettendo a dura prova le finanze dei fan – ma almeno, così facendo, i ragazzi hanno modo di esibirsi su un palco di buone dimensioni e con un’acustica all’altezza della situazione. Lo show della band è in effetti di quelli che lasciano il segno, anche per coloro che non hanno ancora avuto la possibilità di familiarizzare a pieno con il nuovo “Oro: Opus Primum”, disponibile solo da un paio di settimane. Come al solito, sono delle proiezioni sul fondo del palco e delle luci ben integrate con la performance dei musicisti a costituire la cornice in cui Poia, Urlo e Vita si esibiscono: la qualità di entrambe è davvero considerevole e, ancora una volta, denota l’estremo gusto dei Nostri anche al di là della sfera prettamente musicale. Gli Ufommamut, del resto, sono ormai noti per essere degli artisti a tutto tondo, che non lasciano nulla al caso e che guardano al loro progetto artistico in maniera estremamente seria e coscienziosa. Guardandoli sul palco questa sera non possiamo che prendere nuovamente atto di questa loro ammirabile attitudine, che emerge ovviamente anche dalle note profuse. Le tracce vengono eseguite senza significative pause tra loro, non vi è spazio per dialoghi con il pubblico e il concerto assume presto i connotati di un unico, grande flusso di suoni, immagini e colori altamente stimolante, anche quando le sonorità si fanno più aggressive e vicine a mondi propriamente stoner-doom. In casi come questo, è effettivamente difficile estrapolare un momento topico o una composizione più riuscita delle altre: dei novanta minuti di spettacolo ci rimangono soprattutto in mente il trasporto con cui Urlo gestisce le parti vocali – spesso mescolate alla chitarra e agli effetti, ciò nondimeno sempre suggestive – e le suddette proiezioni video, sempre lungi dal risultare pretenziose e perfettamente legate allo svolgimento dei brani. In definitiva, un piccolo evento da ricordare, ennesima conferma del valore della formazione nostrana, che sta finalmente raccogliendo quanto ha seminato in anni di gavetta underground.