18/01/2025 - UNCLE ACID AND THE DEADBEATS @ Palco 19 - Asti

Pubblicato il 21/01/2025 da
“Nell’Ora Blu” degli Uncle Acid è stato probabilmente uno dei dischi più interessanti e stuzzicanti del 2024; un album che, in maniera trasversale rispetto ai gusti personali – e sappiamo quanto la predilezione per certe nicchie specifiche conti, nel metal – ha offerto un’idea magari non originalissima (basti pensare nel Belpaese alla proposta musicale dei Calibro 35) ma che è stata studiata e portata a compimento con passione e cura ai dettagli.
A tutti gli effetti, il disco è la colonna sonora fittizia di un giallo all’italiana mai girato, con sonorità tipiche dell’epoca e il fil rouge di una narrazione abbastanza solida e divertente, con ospiti di eccezione e, ciliegina sulla torta, dialoghi in italiano.
La curiosità di vedere questo disco trasposto su un palco era quindi tanta; peccato, anzi, che le date proposte sul nostro suolo siano solo due, ma questo non ci ha fatto desistere dall’indossare un impermeabile, nascondere un coltellaccio nella tasca interna e metterci in auto alla volta di Asti, a caccia del maledetto Scarano… e se non sapete chi sia, recuperate subito il disco!

L’impatto con il Palco 19 è ambivalente: da una parte l’aspetto da vecchio teatro elisabettiano circolare, le colonne modanate e il soffitto affrescato non mancano di un certo fascino. Dall’altra, la temperatura di poco superiore a quella esterna e l’allestimento della platea con sedie di plastica da sala d’attesa dell’ufficio di collocamento, non sono esattamente il massimo della vita.
Il palco è già allestito, e al di là delle postazioni dei vari musicisti spicca una statua in un angolo, dei drappeggi rossi (come non apprezzare un tocco lynchiano, proprio in questi giorni?) e, soprattutto, la presenza di cinque vecchi telefoni della SIP a portata di mano dei membri della band.
Mentre aspettiamo l’inizio dello show, sull’imponente schermo alle spalle della batteria si susseguono promo di vecchi film horror di vari periodi e stacchi pubblicitari made in USA del più disparato tipo: la sensazione complessiva di trovarsi al drive-in è azzeccata e decisamente divertente.
Gli UNCLE ACID AND THE DEADBEATS salgono sul palco appena dopo le 21; oltre al nostro Uncle Acid – alias Kevin Starss – e ai membri effettivi del gruppo britannico, ci sono ben due tastieristi, a riprova che lo spettacolo cui stiamo per assistere sarà un concerto dalle notevoli stratificazioni e dalla cura quasi orchestrale – del resto confermata anche dal fatto che la band non avrà alcuna interazione con il pubblico: pura concentrazione, esecuzione e stop.
Lo show, come atteso, è la perfetta riproposizione delle diciannove tracce del disco, con ben pochi momenti di variazione negli arrangiamenti; questo non toglie comunque nulla al fascino dei brani, che si muovono sinuosi tra soundtrack, music library e piccoli, preziosi sprazzi di psichedelia anni Sessanta e occult rock.
La perfetta sintesi di ciò che sono oggi gli Uncle Acid, con quel guizzo speciale che già si coglieva nell’ascolto dallo stereo della loro ultima fatica. Le proiezioni alle spalle, pur costituite da poco materiale inedito, ispirato a quelle che erano anche le grafiche presenti nel disco stesso, e tanti frammenti da film italiani degli anni Settanta, accompagnano perfettamente la storia musicata… e narrata.
I telefoni succitati diventano il pretesto, proprio come in studio, per far partire voci registrate, quasi sempre in sincrono con immagini di Franco Nero ed Edwige Fenech: sicuramente i due nomi più illustri tra gli ospiti nell’ora blu. Un’idea molto carina, anche se  forse, senza poter pensare a un tour con questi due miti sul palco, sarebbe stato un colpo magistrale inventarsi delle comparse sul palco, magari in due cabine telefoniche?
Ma queste sono osservazioni che non arrivano a essere critiche verso un concerto non lunghissimo – si sta precisi appena sotto l’ora e venti, come per i solchi del vinile – ma sicuramente d’effetto e speciale. Che la band chiude con un’ulteriore omaggio all’Italia; a luci accese lo schermo trasmette solo l’immagine di una vecchia audiocassetta Agfa che gira, diffondendo “Bella Ciao”: a ricordarci, forse, che nel mondo abbiamo portato sex symbol, una trasformazione epocale nel cinema di genere, e il più noto brano di Resistenza della Storia, e dobbiamo esserne fieri.
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