26/11/2016 - URFAUST + CARONTE + CHAINS @ Titty Twister - Parma

Pubblicato il 01/12/2016 da

Report a cura di Bianca Secchieri

L’occasione è delle più ghiotte, almeno per gli amanti del metal estremo più sulfureo e lisergico: quella di sabato 26 novembre è infatti la prima (e unica) data italiana del duo olandese Urfaust. Ad aprire la serata – già di per sé più che interessante – ci pensano due band di tutto rispetto, ovvero i doomster sloveni Chains e i parmensi Caronte. Nessuna band-riempitivo, né un numero infinito di gruppi locali in odore di pay-to-play: il bill è conciso e focalizzato sulla creazione di un crescendo di atmosfera luciferina. I posti all’interno del Titty Twister sono limitati e i duecento biglietti stampati per l’occasione sono andati quasi tutti bruciati già in prevendita: contrariamente alle abitudini del pubblico italiano l’affluenza è molto buona già prima dell’inizio delle esibizioni, che partono puntualmente poco dopo le 21.30. Ed ora veniamo – per l’appunto – alla musica.

 

urfaust-locandina-2016

CHAINS
Il duo sloveno – chitarra/voce e batteria – sale sul palco incappucciato, ma a parte questo dettaglio si presenta privo di scenografia (sullo sfondo solo il banner dei Caronte). La band è fautrice di un doom metal scarno, ripetitivo e dai toni acidi, che prende da Paul Chain ed Electric Wizard. Completano il quadro una tendenza a sconfinare nel drone e più in generale nello sperimentalismo, e una evidente passione per l’occulto e le droghe. Non molto originale? Forse, ma i Chains – attivi dal 2010 con un full e svariati EP – sono autori di una buona prova, a tratti anche coinvolgente; ma che purtroppo soffre del fatto che l’attenzione dei presenti non è completamente per loro: è ora di cena e molti approfittano della cucina o spulciano tra i cd e i vinili della distro presente e il banchetto del merch. Ad ogni modo, l’atmosfera plumbea e solenne che si respira è quella giusta.

CARONTE
Le cose cambiano quando a salire sul palco sono i padroni di casa: il pubblico è folto e serra i ranghi per vivere l’esperienza, più che per semplicemente ascoltare l’esibizione dei Caronte. La formazione emiliana, che gira i palchi ormai da qualche anno, è infatti dotata di un’intensità palpabile, merito soprattutto della prestazione del frontman Dorian Bones, che si trasforma presto in un autentico sciamano. Ricordiamo, tra le altre, la trascinante “Black Gold” e la ritualistica – è proprio il caso di dirlo – “Navajo Calling”. Se proprio si vuole muovere una critica ai Nostri, si può dire che la produzione discografica è forse un po’ troppo monolitica – muovendosi tutta su coordinate musicali simili – ma in sede live ci troviamo di fronte ad un gruppo compatto e convincente. Il risultato di questo mix di esperienza, attitudine e dedizione alla causa del doom – con forti influenze psichedeliche e qualche venatura tra stoner e sludge – è uno show trascinante e coinvolgente, dalla prima all’ultima nota. Una conferma.

URFAUST
E’ la volta degli attesissimi headliner: anche per gli Urfaust niente scenografie o allestimenti scenici, e in effetti non ce n’è alcun bisogno. L’atmosfera nel frattempo si è fatta ancora più calda e densa e il pubblico si avvicina il più possibile, disponendosi anche di fianco al palco. La prova di VRDRBR e IX è intensa e tiene in pugno tutti i presenti: i musicisti non si risparmiano affatto e ogni singola nota trasuda un forte coinvolgimento emotivo. Dal fresco di uscita “Empty Space Meditation” a ritroso fino al primo, leggendario, “Geist Ist Teufel”, gli Urfaust ci regalano un concerto lungo e memorabile. Nessun calo di tensione, il personalissimo black metal dei Nostri è insieme grezzo, melodico e magico, complice il timbro allucinato di IX. Difficile e superfluo fare un elenco dei brani, citiamo per tutti “III – Drudenfuß”, tratta dal loro debutto e qui posta in chiusura; scelta azzeccatissima, il brano – epico e melodico – spinge il pubblico a cantare a squarciagola. Conclusione perfetta per una serata speciale, in cui hanno prevalso l’ottima musica e un’atmosfera che si può tranquillamente riassumere con la frase che fa bella mostra di sé sulle t -shirt stampate dagli olandesi appositamente per l’evento: bevendo con il Diavolo nelle nebbie di Parma.

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