18/10/2022 - URIAH HEEP @ Teatro Dal Verme - Milano

Pubblicato il 25/10/2022 da

Report a cura di Carlo Paleari
Foto di Piero Paravidino

Cinquant’anni di carriera (anzi, cinquantadue) e nessuna intenzione di fermarsi. L’ha detto chiaramente Mick Box nell’intervista che ci ha rilasciato poche settimane fa: la band è in forma e finchè le cose staranno così, gli Uriah Heep continueranno a registrare musica e a suonare dal vivo. E, d’altra parte, perchè mai dovrebbero fermarsi, vista la qualità stellare dello show a cui abbiamo assistito al Teatro Dal Verme di Milano? Questo tour del cinquantennale non è un addio – possiamo tirare un sospiro di sollievo – ma è stata comunque un’occasione unica, grazie ad una scaletta eccezionale, piena di classici e di perle dimenticate che la band ha rispolverato in onore del proprio anniversario. L’anomala scelta di una cornice teatrale avrebbe potuto far pensare ad un concerto dall’impostazione meno dura, invece Mick Box e compagni hanno elettrizzato la platea, regalandoci una delle loro migliori performance nel nostro Paese.

Ad aprire il concerto degli URIAH HEEP troviamo per l’occasione un ospite d’eccezione… gli Uriah Heep! Mentre ci accomodiamo in platea, infatti, vediamo lo stage della band inglese nascosto da un telo bianco, con in prima fila un piccolo set di strumenti, un allestimento che abitualmente farebbe pensare ad un gruppo di apertura. In realtà, come comunicato anche nei giorni prima della data, la band per questo tour ha scelto un allestimento speciale, che prevede un primo set acustico prima di dare fuoco alle polveri con il loro show elettrico. Le luci si spengono e sul telo bianco viene proiettata una lunga serie di messaggi di auguri registrati da vari artisti: uno dopo l’altro ascoltiamo le parole di una schiera enorme di leggende, da Alice Cooper a Ian Anderson, passando per Biff Byford, Steve Harris, Rob Halford, i Deep Purple al completo, Brian May e tanti, tanti altri. Un bel momento, in cui un’intera generazione di musicisti si raccoglie intorno a questa grande formazione che ha saputo segnare tanto la musica pesante, quanto il progressive.
Chiusa questa celebrazione, arriva il momento della musica: gli Uriah Heep salgono sul palco, si siedono sugli sgabelli e la magia comincia con “Circus”. Il teatro diventa quindi una cornice perfetta per questa prima parte dello show, ma bastano tre canzoni perchè l’anima rock della band venga fuori: siamo appena arrivati a “Free Me” e già Bernie Shaw invita tutti ad alzarsi, per cantare in coro assieme a lui il ritornello della canzone. Bellissima anche l’esecuzione di “Come Away Melinda”, un brano di grande intensità, che acquista ancora più significato in un momento in cui la guerra non è più qualcosa di lontano, ma di terribilmente attuale; così come anche l’accoppiata formata da “Confession” e “Rain”, proposta in una versione piano e voce. L’apoteosi però arriva sul finale, con un medley di brani di “Demons And Wizards”, seguito a ruota dal classico per eccellenza, quella “Lady In Black” che fa alzare ancora tutti in piedi a cantare, accompagnati dalla chitarra acustica di Mick Box.
Chiuso questo (già eccezionale) primo set, la band si prende una pausa piuttosto lunga, mentre lo staff lavora per liberare il palco ed approntare il tutto per la seconda parte dello show. Finalmente le luci si riabbassano e gli Uriah Heep salgono sul palco, gettandosi a testa bassa in una devastante “Against The Odds”. E’ impressionante vedere come la band riesca ad essere a suo agio in ogni contesto: eleganti e sicuri nelle atmosfere acustiche, semplicemente mostruosi in elettrico. La sezione ritmica picchia senza sosta, con Russel Gilbrook che non avrà il dinamismo di un Lee Kerslake, ma che compensa il tutto con l’energia di un fabbro; Phil Lanzon è un grandissimo tastierista, sottovalutato rispetto a colleghi più pirotecnici, ma solidissimo in ogni momento, che sia nei cori, nella composizione o, più semplicemente, nel destreggiarsi a suonare il piano elettrico con la mano destra e l’hammond con la sinistra; Bernie Shaw, con i suoi sessantasei anni di età, ha una voce capace di lasciare sbigottiti, a cui affianca una presenza scenica sempre coinvolgente. Infine, cosa dire di Mick Box? Guardarlo suonare mette tutto il pubblico di buon umore: non si risparmia, tiene il passo dei suoi compagni più giovani senza fatica, ha un sorriso stampato in faccia che dura per l’intero concerto e delizia il pubblico con le sue celebri mossette, in cui sembra ‘lanciare’ onde sonore al pubblico, come un mago impegnato a tracciare simboli arcani nell’aria. La scaletta snocciola brani noti e meno noti, andando a riassumere in maniera mirabile l’intera carriera del gruppo: chi vi scrive, ad esempio, ha potuto riascoltare un gioiello come “Between Two Worlds”, da quel grande disco che risponde al nome di “Sonic Origami”; “Too Scared To Run” da “Abominog”; per arrivare poi alle immancabili “Sunrise” e “Stealin'”. Nella nostra chiacchierata, Mick Box ci aveva anticipato che saremmo rimasti colpiti anche dal ritorno di “Free ‘n’ Easy”: “non potremmo essere più heavy di così”, ci aveva detto, e di certo non stava esagerando. La canzone, tratta da “Innocent Victim”, viene riproposta con una potenza inaudita, prima di accompagnarci alla fine del concerto con quel capolavoro di “July Morning”. Naturalmente lo show non può finire senza i consueti bis e si tratta di due grandi classici, “Gypsy” ed “Easy Livin'”, suonati in maniera magistrale tra le acclamazioni e i cori del pubblico. Standing ovation, quindi, per gli Uriah Heep, che si congedano stringendo le mani con i fan delle prime file e promettendo di tornare l’anno prossimo, con la pubblicazione dell’atteso nuovo full-length. Mick Box ci aveva promesso un concerto-evento, un’occasione unica anche per i fan stessi degli Uriah Heep, e di certo non siamo rimasti delusi. “Grazie per aver festeggiato con noi i nostri PRIMI cinquant’anni“, scherza Bernie Shaw sul finale, e allora tanti auguri, ci vediamo l’anno prossimo per iniziare a contare i prossimi cinquanta.

Set acustico:
Circus
Tales
Free Me
Come Away Melinda
Confession
Rain
The Wizard / Paradise / Circle of Hands
Lady in Black

Set elettrico:
Against the Odds
The Hanging Tree
Traveller in Time
Between Two Worlds
Stealin’
Too Scared to Run
Rainbow Demon
What Kind of God
Sunrise
Sweet Lorraine
Free ‘n’ Easy
July Morning

Encore:
Gypsy
Easy Livin’

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