SEVERE TORTURE
Dai Severe Torture non ci si aspettava altro che un vero e proprio massacro… e si può dire che i cinque olandesi abbiano del tutto soddisfatto le aspettative, rendendosi protagonisti di uno show breve ma davvero fisico e intenso. Ovviamente bisogna sottolineare che non si è udito nulla che fosse anche solo vagamente lontano dai tipici clichè brutal death US style, ma la buona presenza scenica dei nostri, una notevole resa sonora e soprattutto una scaletta ben bilanciata tra le mazzate di inizio carriera e i brani più pesanti e ragionati dell’ultimo “Fall Of The Despised” sono riuscite a mettere d’accordo un po’ tutti. Le prime file non hanno praticamente smesso un attimo di fare headbanging e, nel complesso, la gran parte della folla accorsa questa sera all’Underworld è apparsa visibilmente soddisfatta dello spettacolo della band. Giudicando anche dalla quantità di t-shirt vendute, si può dire che questa serata sia stata decisamente redditizia per i ragazzi olandesi!
GOD DETHRONED
Un concerto per certi versi strano è invece stato quello dei God Dethroned. Sia perchè il quartetto ha snobbato l’ultima fatica, proponendo quasi del tutto brani datati, sia perchè la reazione del pubblico è stata prima davvero tiepida (circa sino a metà show) e poi, tutto ad un tratto, inspiegabilmente sopra le righe! Eppure la band ha suonato molto bene sin dall’inizio! Chissà, forse per una assurda coincidenza i primi brani della setlist non erano fra i preferiti di nessuno dei presenti. Comunque, non si può certo dire che i God Dethroned si siano resi protagonisti di un brutto concerto… anzi, tutt’altro! La band olandese ha infatti dato prova di essere cresciuta moltissimo negli ultimi anni sia sotto il profilo tecnico che sotto quello dell’affiatamento. Pezzi come “Nihilism”, “Soul Sweeper” e “Boiling Blood” sono stati suonati in maniera perfetta e hanno messo in mostra tutto il talento dei membri più giovani del gruppo: il drummer Ariën van Weesenbeek e il chitarrista Isaac Delahaye, entrambi dei virtuosi del proprio strumento e perfettamente a loro agio sul palco. Se i God Dethroned stanno pian piano uscendo dall’underground, il merito è anche loro.
VADER
Suonare live per i Vader è ormai un’abitudine, proprio come lavarsi i denti la mattina. Quindi non c’è davvero più da stupirsi se i nostri ormai salgono sul palco quasi come se fossero in sala prove e ripropongono i brani in maniera identica al CD. Quanti show avranno tenuto Peter e soci nell’ultimo decennio? Di sicuro non si è troppo lontani dal migliaio, indi per cui è normale per loro stare sul palco per oltre un’ora, intrattenere il pubblico, fare headbanging e non sbagliare una nota. Se c’è una cosa davvero insolita accaduta questa sera che merita di essere segnalata è che, durante il concerto, più che a Londra sembrava di trovarsi a Varsavia! Nella capitale britannica risiede infatti una vasta comunità polacca e quest’ultima non ha fatto assolutamente mancare il suo supporto al gruppo durante la serata. Almeno un centinaio delle persone presenti erano infatti connazionali dei Vader, tanto che tra un brano e l’altro Peter ha quasi sempre parlato in polacco. Una situazione quasi assurda, ma davvero divertente, che ha fatto sorridere anche coloro (fra cui, naturalmente, il sottoscritto) che non capivano una parola di quanto pronunciato dal gruppo e dai fan. Venendo alla setlist, questa ha, come previsto, dato molto spazio al nuovo “Impressions In Blood” (“Predator” e “Helleluyah!!!” i brani più convincenti tratti da quest’ultimo), ma non sono ovviamente mancati classici come “Sothis” e “Litany” e alcuni dei pezzi recenti più amati dai fan, tra cui “Epitaph” e “This Is The War”. Niente sorprese, eppure ci si è divertiti come sempre. Del resto, i Vader sono senza ombra di dubbio una delle formazioni più professionali e compatte in sede live dell’intera scena death metal.