Report di Vanny Piccoli
Fotografie di Enrico Dal Boni
Nel 2023, il festival DIY tra i più importanti e longevi d’Italia ha festeggiato i suoi primi dieci anni e ovviamente, ritorna quest’anno con una nuova edizione piccate, che vedrà gli Infest come headliner.
A spezzare l’attesa che ci farà compagnia fino al 24 maggio, la crew del Venezia Hardcore Fest e Trivel Collective hanno organizzato una serata di warm-up, sempre nella culla del centro sociale Rivolta.
Come ad ogni edizione, la positività è l’ordine del giorno: vediamo volti sorridenti, vecchi e nuovi, anche se va rimarcata l’affluenza di giovanissimi.
Il meteo è dalla nostra parte, regalandoci un bel sole primaverile ed una temperatura perfetta_ tutto è pronto per una serata dedicata all’underground italiano.
I motori vengono accesi dai RIPUDIO, un quartetto metal/punk che si presenta pieno di cattiveria a dare combustibile alla causa.
La formazione di Rovigo fa vibrare le fondamenta del Rivolta con un sound robusto, attirando l’attenzione dei presenti arrivati all’interno dell’area, i quali iniziano a occupare l’interno del Nite Park. I nostri propongono, con attitudine da vendere, l’ultimo “Dalla Nascita Con Disprezzo”, in quasi tutta la sua interezza, conquistando un buon feedback da parte del pubblico.
A seguire, dopo un velocissimo cambio palco, i TOKKO iniziano la loro scaletta spostando lo stile della serata verso lidi più metal.
Il frontman, alla chitarra e alla voce, evidente fan di Alexis Laiho, regala momenti di pura tecnica e dimostra una buona capacità per gestire il confronto band/pubblico: alla carichissima formazione rovighese infatti, non manca il giusto tocco di ironia che porta a regalare battute lungo le pause del set.
I cambi tempo ricevono una buona risposta e i beat quadrati, con richiami ai Lamb of God in alcune sezioni, convincono gli astanti che si fanno sempre più avanti, apprezzando la prova dei ragazzi.
Nonostante un piccolo problema tecnico alla chitarra, i Tokko finiscolo il loro tempo a disposizione con scioltezza, prima di lasciare spazio all’ultima band proveniente dalla zona del Polesine per questa serata, i KNIVESFALL.
Il power trio neocrust inizia il set con una cover di “Wolverine Blues”, prima di proporre una lista di inediti dai d-beat costanti; la loro performance non lascia indifferente una buona fetta degli ospiti del Rivolta che iniziano a muoversi nel pit sopra i ritmi incalzanti.
Vibrazioni oscure e il sound rombante sono le costanti del valido show dei Knivesfall, chiuso con decisione e facendo aumentare l’euforia generale: si nota infatti un clima di divertimento positivo mescolato ad impazienza, una sorta di carica davvero esplosiva.
Tocca ora ai COMPLAIN, band padovana con all’attivo, per ora, solo un paio di singoli.
Nonostante la recente formazione, il gruppo ha già subìto un cambio di line-up ed è al momento privo di una seconda chitarra. Un’assenza che però, grazie alla loro ineccepibile prova tecnica, nemmeno si nota.
La scaletta ruota molto bene con un melodic hardcore accattivante colorato da sporadici breakdown, e influenzato da diverse correnti musicali, che vanno dal metalcore all’hardcore punk più crudo: il sound che esce dall’impianto è cristallino e valorizza i riff meticolosi dei Complain, che conquistano il pubblico, regalando momenti di puro coinvolgimento.
La loro proposta, certamente ben costruita, alza l’asticella delle abilità strumentali nel campo hardcore punk mantenendone comunque un’ombra di crudezza. Ben meritati gli applausi alla fine del set.
Dopo un veloce cambio palco, iniziano il loro set i LEACH, la prima band fuori regione di questa serata. Il quartetto milanese spara al completo l’ultimo EP “Endless Rage”, oltre a qualche nuovo brano, muovendosi tra punk e hardcore, semplicissimo e dritto al punto, grazie al tiro bello preciso.
Nonostante la prova tecnica non sia delle migliori, dovuta ad una percepibile mancanza di sicurezza dietro le pelli, la loro proposta viene apprezzata dagli astanti, carichissimi nel pit. I Leach dimostrano nonostante tutto di saperci fare e di voler mettere la propria firma nell’underground hardcore-punk odierno.
A seguire i GRAVERY infiammano la sala con il loro beatdown travolgente e violentissimo, scatenando un moshpit degno di un Venezia Hardcore Fest, visto che qualche centinaio di persone hanno iniziato a riempire la sala del Rivolta. La potenza dei loro riff e la frenesia esplosa nel pubblico creano un’atmosfera elettrizzante, con tanto di wall of death e stage diving, come da tradizione.
Il quintetto lombardo vede membri di spessore, militanti in Fulci, Jorelia e Totall Recall solo per citarne alcuni, che dimostrano un’abilità tecnica in grado di impattare in modo perfetto sul pubblico. I nostri si stanno preparando ad un imminente tour europeo, complice anche il disco di debutto in uscita, e scoccano pezzi da picconate sulla schiena, tra cui “Hate Is Now The Answer” e “Hell And Voices”.
Il pubblico risponde benissimo picchiandosi a dovere nel pit, tra breakdown, rallentamenti continui e sporadiche sfuriate che enfatizzano il tiro. Per il momento, i Gravery sono la band che convince di più durante questo warm-up, e scendono dal palco prendendosi dei meritatissimi applausi di apprezzamento.
Come co-headliner della serata, salgono sul palco gli umbri DIE ABETE. I nostri sono attivi da almeno dieci anni e a differenza dei loro live pre-pandemia, oggi salgono sul palco come un quartetto tradizionale, senza la doppia batteria sul palco.
Il loro set presenta brani provenienti sia da “Tutto O Niente”, che dal più recente “Senza Denti”, e da subito, lasciano un segno marcato a questa serata: una fucilata hardcore punk mischiata a riff math rock che tritano il sound rendendolo abrasivo e velenoso.
Durante una pausa nella loro esibizione, i ragazzi si scambiano gli strumenti prima di continuare a proporre sfuriate di brani violenti con nochalance, come se tutti fossero rimasti al proprio strumento di partenza.
Uno show diretto di grida disperate molto apprezzato dal pubblico del Rivolta, oramai caldissimo e pronto per la chiusura finale con i DANNY TREJO.
La formazione lagunare gioca in casa, sia per gli ovvi motivi logistici, che per le numerose apparizioni in questa sede (sia in questa venue che al festival dal motto “destroy all gondolas“).
I trejos non sono stati attivissimi recentemente – l’ultimo live risale infatti a poco più di un anno fa – e forse proprio per questo motivo, il Nite Park del Rivolta è pieno zeppo di nuovi e vecchi fan, pronti a tuffarsi dal palco.
I brani in scaletta presi da “Distorted Reality” hanno un piglio più thrashcore e trasmettono la giusta carica per trasformare il locale in un tripudio di crowdsurfing, cavalcate e stage diving.
Oltre a ciò, questo live celebra dieci anni di “Human Extinction”, album di debutto dei veneziani, regalando al pubblico una festa indimenticabile sulle note di “The Calm Before The Storm”. “Get Drunk With Danny Trejo”, un inno più che un semplice brano, viene suonato due volte, chiamando i fan sul palco e provocando il delirio generale.
Samall Ali, ex bassista della band oltre che mastermind del VEHC, partecipa al singalong sul palco, trasmettendo ancora di più la carica per chi, tra il pubblico, è qui stasera e sarà presente al festival vero e proprio tra poco più di un mese. Nel marasma generale, i Danny Trejo chiudono il set con il massimo del divertimento, sia sopra che sotto il palco, coronando dieci anni di attività e di passione trasmessa all’interno dell’underground.
Il countdown è ufficialmente iniziato, possiamo dire anche nel migliore dei modi: ora resta solamente attendere che le settimane passino in fretta, pronti per un’altra edizione del Venezia Hardcore Fest.
RIPUDIO
TOKKO
KNIVESFALL
COMPLAIN
LEACH
GRAVERY
DIE ABETE
DANNY TREJO