Quando debuttarono con l’omonimo disco nel lontano 1999, forse pochi si sarebbero aspettati che dopo venticinque anni i Vision Divine, nati come una sorta di side-project di Olaf Thorsen, chitarrista già nei lanciatissimi Labyrinth (freschi di pubblicazione del loro capolavoro “Return To Heaven Denied”), sarebbero stati ancora attivi e – a dire il vero – in gran salute e carichi, pronti per festeggiare l’anniversario (e di pubblicare un nuovo disco tra qualche mese).
Un esordio come quello è rimasto nei cuori dei tanti appassionati che in quel periodo si sono avvicinati e innamorati del power metal di scuola italiana; la formazione è cambiata nel tempo e ora restano solamente Olaf alla chitarra e Andrea ‘Tower’ Torricini al basso come membri originari, mentre la storia della band ha potuto contare su tante altre pubblicazioni di assoluto livello per il gruppo, che vedeva originariamente Fabio Lione al microfono.
La serata celebrativa svoltasi allo Slaughter Club alle porte di Milano è stata resa interessante anche dalla presenza di alcune band di assoluto valore, come i progster veronesi Dark Ages, i solidissimi Drakkar ed i debuttanti – almeno in sede live – power metaller Embrace Of Souls, con la presentazione del loro recente disco “Forever Part Of Me”.
Tanti anche gli ospiti chiamati sul palco per creare una sorta di serata del metal italiano, che ha rispettato alla grande il mood festoso che si voleva creare.
Quando i DARK AGES aprono le danze, si spacca il minuto delle 20.40, orario di inizio annunciato: il pubblico sta arrivando per presenziare alla serata e si avvicina alle transenne per dare supporto al gruppo veronese.
Come ammette lo stesso Roberto Roverselli, cantante della band, loro sono il gruppo più prog della serata ma nei brani composti dall’act veneto non mancano bei riff e assoli di gran gusto, opera del sempre preciso Simone Calciolari, membro storico per questa band nata nel lontano 1982.
Roberto ha una voce capace di muoversi con gran disinvoltura sui binari tortuosi disegnati dalle chitarre e dalle tastiere, sempre protagoniste e suonate dalla brava Angela Busato, che inserisce hammond e suoni più classici in brani articolati come “Our Lonely Shelter”, tra arpeggi e riff in grado di appassionare, colorando la serata e con la più compatta e teatrale “Riddle From The Stars”.
Ma a convincere troviamo anche la decisa “Beyond” e la dinamica e lunga suite “There Is No End”. I Dark Ages vantano una tecnica individuale notevole, ma sono i brani a colpire, con ottime melodie strizzando l’occhio a Dream Theater, Shadow Gallery ed al prog rock.
Se c’è una band sulla quale si può sempre contare senza rischiare di rimanere delusi sono certamente i DRAKKAR. Da anni il gruppo lombardo continua a rilasciare dischi di buon livello accompagnandoli a live ricchi di carica, e questa sera la tavola sembra apparecchiata a dovere per un nuovo concerto ricco di dedizione.
La voce di Davide Dell’Orto è sempre ricca di energia e i riff che risuonano dalle sei corde di Dario Beretta non ammettono pause. La discografia della band comincia ad essere ampia (con ben sei dischi pubblicati dal lontano 1998) ma si può concentrare il top della produzione questa sera nel tempo a disposizione, all’incirca quaranta minuti.
La partenza massiccia con “Dragonship” è da puro headbanging, mentre subito dopo può colpire con decisione la compatta “Chaos Lord”.
I suoni sono ottimi ed esaltano la potenza delle chitarre nei brani dei Drakkar, che spesso hanno come punto di forza ritornelli semplici ma dalla grande resa, soprattutto in sede live. E’ il caso di “Eridan Falls”, ripescata dal disco “Gemini”, che corre senza soste spinta dal drumming rapido di Daniele Ferru, e la più recente “Run With The Wolf”, con le quali escono le influenze più pure verso il power-heavy metal di scuola teutonica.
C’è spazio per un nuovo brano in anteprima, dal titolo “Thunderhead”, solido e possente nel classico stile della band, mentre a chiudere ci pensa invece “Revenge Is Done”, pezzone presente nel disco del 2012 “When Lightning Strikes”. La voce di Dell’Orto è un arma pronta per essere detonata, ma in generale tutta la band è sempre compatta e anche in quest’occasione ha lasciato i presenti ampiamente soddisfatti!
Gli EMBRACE OF SOULS sono qui per presentare il loro nuovo disco in studio, il secondo in carriera intitolato “Forever Part Of Me”, e hanno cinquanta minuti per debuttare in sede live dando sfogo a tutta la propria carica.
La creatura di Michele Olmi è nata come una sorta di power metal opera tutta italiana (un po’ sulla falsa riga di Avantasia) e vanta diversi ospiti su disco, in particolare al microfono, e anche questa sera si è cercato di rispettare gli intenti, alternando sul palco alcuni musicisti di assoluto valore.
Ma ciò che più conta è che la formazione stessa si è dimostrata altamente preparata, con musicisti giovani che sul palco hanno dato sfoggio di carica e sicurezza con il proprio strumento; probabilmente la tensione era elevata, soprattutto per quanto riguarda il mastermind Michele, ma possiamo affermare che tutto è andato per il verso giusto: forse giusto in partenza il gruppo è sembrato un po’ contratto, anche per colpa dei suoni non settati alla perfezione, ma la sensazione è che anche l’ugola di Giacomo Rossi (promosso anche come intrattenitore!) ha avuto bisogno di un paio di pezzi per scaldarsi a dovere.
Dopo la partenza con “Tame My Storm”, in effetti si entra nel vivo dello show con la più riuscita “Ethernal Heart”, brano notevole sulla scia di Stratovarius e Edguy, davvero ben suonata e cantata. E quando anche gli ospiti hanno iniziato a salite sul palco le cose sono andate addirittura meglio: bello il duetto tra Morby (Domine) e Claudia Beltrame (Degrees Of Truth) sulla melodica “Infinite Embrace”, mentre la rapida “Through The Dark” ha viaggiato su ritmi elevati spinta dalla presenza di Ivan Giannini (Vision Divine).
Stefano Sbrignadello (Great Master) è in gran forma, ed alza i decibel con la sua voce soave durante “Love Sealed Forever” e ancora Morby, fuoriclasse assoluto che non scopriamo certo stasera, torna a dare enfasi con la sua ugola tumultuosa durante “For Life And Love”, per poi chiudere con tutti gli ospiti sul palco a cantare sui cori di “Forever Part Of Me”, mentre il talentuoso Valerio De Rosa viaggia rapido sulle sei corde. Quello che Michele Olmi si attendeva era questo: una festa per i suoi Embrace Of Souls con tanti ospiti sul palco ad onorare il nuovo disco e la soddisfazione è tanta e meritata per lui e la band alla fine dello show!
Per i VISION DIVINE, invece, è tempo di festeggiare i venticinque anni di un disco iconico per il power metal melodico in generale, e molti infatti sono gli appassionati non proprio giovanissimi pronti ad appostarsi davanti al palco per cantare con il bravo Ivan Giannini tutti i brani che hanno composto “Vision Divine”.
La band sale sul palco accompagnata dalla solita intro, ma è con la recente “The 26th Machine” che si apre lo show, ed il cantante piemontese deve subito alzare i decibel per arrivare sulle note davvero ostiche del ritornello!
Con la favolosa “New Eden” inizia il viaggio con la macchina del tempo fino al 1999, anno di uscita dell’indimenticato esordio. Nonostante la formazione sia cambiata nel tempo, il tasso tecnico della band capitanata da Olaf Thorsen è sempre elevato e i brani sono riproposti fedelmente con gran cura ed in ogni dettaglio. L’atmosfera sul palco è piuttosto festaiola, si scherza tra un brano e l’altro ricordando talvolta anche qualche aneddoto.
La vorticosa “On The Wings Of The Storm” viene sparata a tutto volume lasciando solamente il tempo per rifiatare prima di ripartire con decisione con la successiva “Black Mask Of Fear” con le tastiere di Alessio Lucatti a dare il via ad un brano che corre rapido e deciso. La più melodica ed elegante “Exodus” fa cantare tutti i presenti durante il suo ritornello ipermelodico, mentre è esaltante riascoltare dopo tanti anni “The Whisper”, canzone che ha segnato l’adolescenza di molti appassionati (tra cui chi scrive).
Qui viene riproposta innescando le marce alte, impegnando a dismisura i musicisti sul palco che ammettono loro stessi con qualche sorriso di non avere più vent’anni. Le note progressive e oscure di “Vision Divine” si abbattono con decisione sullo Slaughter, prima che sia la raffinata power song “The Miracle” a far esaltare i presenti portando sul palco anche Morby (che come racconta Olaf è presente anche sul disco visto, che partecipò proprio ai cori di questo brano) a duettare con Ivan.
Uno dei pezzi più sottovalutati del disco è probabilmente “Forever Young”, altro brano ricco di carica e perfetto dall’inizio alla fine, capace di conquistare tra riff possenti, assoli fulminei ed un refrain straordinario. E se qualche dubbio lo avevamo sul fatto che sarebbe stata riproposta anche la favolosa ballata piano-voce “Of Light And Darkness”, una sorta di outro del disco, per fortuna la risposta è stata affermativa! La versione dal vivo è decisamente più possente, con una interpretazione poderosa del cantante torinese, cui vanno i lunghi e meritati applausi arrivati subito dopo la fine.
Il tempo è tiranno e alla band rimane giusto il tempo per un paio di pezzi: La melodica e spensierata “Violet Loneliness” è arricchita dalla presenza del chitarrista Tony ‘Mad’ Fontò dei White Skull, amico di lunga data della band, il quale rimane sul palco per trasmettere la sua carica e chiudere lo show con l’intramontabile “Send Me An Angel”, in cui Morby ritorna ad imbracciare il microfono carico come una molla, forse più di tutti in questa serata ricca di emozioni regalandoci cinque minuti di pura energia.
Abbiamo avuto modo di vedere dei Vision Divine in grande spolvero, che attendiamo presto con tante news (“questione di giorni per qualche annuncio“, dice Olaf a fine show) ma in generale una serata festosa come doveva essere e che si protrae anche poco dopo, quando tutti i musicisti scendono per un saluto e qualche sorriso in compagnia dei fan accorsi.
Vision Divine Setlist:
The 26th Machine
New Eden
On The Wings Of The Storm
Black Mask Of Fear
Exodus
The Whisper
Vision Divine
The Miracle (con Morby)
Forever Young
Of Light And Darkness
Violet Loneliness (con Tony ‘Mad’ Fontò)
Send Me an Angel (con Morby e Tony ‘Mad’ Fontò)
VISION DIVINE
EMBRACE OF SOULS
DRAKKAR
DARK AGES