20/10/2012 - VOIVOD + RISE ABOVE DEAD @ Bloom - Mezzago (MB)

Pubblicato il 23/10/2012 da

I Voivod anticipano i tempi e a tre mesi di distanza dall’uscita dell’ultimo album “Target Earth” (il primo composto completamente senza utilizzare materiale a suo tempo scritto da Piggy) calano sul Bloom di Mezzago e danno vita ad uno show decisamente riuscito e divertente. Ad accompagnare i canadesi in questo tour europeo ci sarebbero dovuti essere gli Unkind, ma a causa di un infortunio ad uno dei membri della band i finlandesi hanno dato forfait, sostituiti dai nostrani Rise Above Dead. Il Bloom è praticamente sold out, il pubblico risponde come si deve alla chiamata di una delle band più seminali e sottovalutate dell’intera scena. Nel locale si alternano fan della prima ora ormai incanutiti e giovani leve che magari si sono avvicinate al thrash grazie a Municipal Waste, Evile e Vektor e che poi si sono voltati indietro a cercare le radici della proposta. Il colpo d’occhio è imponente, i Voivod già prima del concerto si intrattengono con i fan come loro solito. Sono soprattutto Away e Chewy a tenere banco fuori dal locale ed allo stand del merchandising, con Snake intento a scaldarsi la voce nel backstage e Blacky che pare un’entità a parte, estremamente cordiale ma anche decisamente distaccato dal resto della band. Una volta sul palco però la coesione è stata totale e lo show estremamente efficace. Una bella serata insomma che ha soddisfatto più o meno tutti gli astanti.



RISE ABOVE DEAD

Sono le 22.45 quando le luci si spengono e salgono sul palco i Rise Above Dead, combo milanese con all’attivo già diversi gettoni di presenza di spalla a band solitamente facenti parte della scena post core internazionale. Purtroppo, dato che la loro presenza é stata decisa all’ultimo secondo, il combo si presenterà on stage privo del singer Andrea Rondanini, a quanto pare assente per impegni presi in precedenza. I Nostri rimarranno on stage una mezz’ora, suonando davanti ad un già cospicuo numero di presenti. La scelta di suonare praticamente solo con le luci bianche alle spalle della batteria che puntano sul pubblico si rivela vincente, dato che dona a tutto lo show un’aura decisamente alienante che ben si accompagna con il post forzatamente strumentale dei ragazzi, fedeli seguaci di Fall Of Efrafa, Buried Inside e Cult Of Luna. I brani – estratti dal più che buon esordio “Stellar Filth” – sono lunghi e complessi, con diversi cambi di tempo e di atmosfere; i ragazzi colpiscono nel segno quando si tratta di pigiare sull’acceleratore, mentre in alcuni frangenti più rilassati ed atmosferici la noia viene spesso a galla, nonostante una resa sonora più che soddisfacente. Insomma, i Rise Above Dead sono una realtà in grossa crescita che però dovrà fare ancora molta strada per raggiungere una soddisfacente maturità.

VOIVOD
Verso le 23.40 le luci del Bloom si abbassano nuovamente e Chewy, Away e Blacky prendono posto sul palco. Dopo un intro brevissima parte il mega classico “Voivod” e Snake irrompe da par suo scatenando la bolgia al centro del locale. La partenza è di quelle al fulmicotone, dato che successivamente verrà riproposta anche “Ripping Headaches”, direttamente dal grezzissimo “Rrröööaaarrr”, seguita a ruota dalla title track di “Target Earth”, che ripesca atmosfere morbose dell’era Forrest per gettarle nel mondo futurista e dissonante tipico dei Voivod di “Nothingface” e “Dimension Hatröss”. Nemmeno il tempo di capire se il brano possa o meno piacere e i Nostri ci scaraventano addosso la doppietta composta da “The Prow” e “Forgotten In Space”, riproposte in maniera memorabile. I ragazzi si mostrano in forma: Away guida tutto dal suo angolino dietro le pelli senza concedersi fronzoli di alcun tipo, ottimamente supportato da un Blacky istrionico e fantasioso e da un Chewy decisamente in palla e rispettosissimo dell’eredità di Piggy – suo mentore spirituale. Snake è un personaggio assolutamente coinvolgente che riesce a gestire al meglio la propria voce nasale prendendosi delle pause tra un brano e l’altro per parlare con un pubblico che lo segue e lo acclama. La seconda parte della setlist si apre con il nuovo singolo “Mechanical Mind”, brano strepitoso che si pone ad un crocevia tra “Nothingface”, “The Outer Limits” e “Voivod”. Il pubblico però viene definitivamente messo KO dalla riproposizione integrale e superba di “Jack Luminous”, piece de resistance voivodiana di 17 minuti abbondanti, dove i Nostri raggiungono vertici di intensità raramente riscontrabili altrove. Chiusura affidata alla nuova “Kluskap O’Kom” – brano diretto e adatto alla riproposizione live ma qualitativamente inferore agli altri due estratti da “Target Earth” – e a “Psychic Vacuum”. Richiamati a gran voce, i Voivod ci regalano ancora due perle di rara intensità quali “Tribal Convinctions” e “Astronomy Domine”, con toccante dedica a Piggy. Nulla da dire, la band è in palla ed il pubblico ha gradito non poco il live. Chewy è un chitarrista straordinario, Blacky è l’uomo perfetto per la band, con tutto il rispetto per Newsted. Peccato che – al di la dei nuovi brani – la cosa più recente proposta dalla band è stata estratta da “The Outer Limits” che data 1993; ma si sa che ben difficilmente sentiremo Snake cantare materiale di Forrest, anche e soprattutto per le marcatissime differenze stilistiche tra le due ugole. Quanto sentito comunque ci convince una volta di più della superiorità dei Voivod su quasi tutto il resto della scena thrash passata e presente. Immortali.

Setlist:
Voivod
Ripping Headaches
Target Earth
The Prow
Forgotten In Space
Mechanical Minds
Nothingface
Jack Luminous
Kluskap O’Kom
Psychic Vacuum
Encore:
Tribal Convinctions
Astronomy Domine

 

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