11/10/2013 - VOLBEAT + ICED EARTH @ Live Music Club - Trezzo Sull'Adda (MI)

Pubblicato il 16/10/2013 da

A cura di Maurizio Borghi e Alessandro Corno
Foto di Francesco Castaldo

“Outlaw Gentlemen & Shady Ladies” è stato l’ennesimo successo, e con questo terzo appuntamento italiano nello stesso anno, dopo gli open air a supporto dei Rammstein e al Rock Im Ring Festival di Bolzano, i Volbeat danno il via al loro tour europeo. Non esiste nessun gruppo che si possa avvicinare realmente alla mistura di rockabilly, country e metal dei danesi, quindi paradossalmente ci si può abbinare tutto e niente. La scelta questa volta è caduta sui veterani del power “made in USA” Iced Earth, pronti a presentare l’ultimo “Plagues Of Babylon” al grande pubblico. Sarà grazie a loro che in sala questa sera si respira anche quell’aria di ‘true metal’ vicina ai festival tedeschi? Quel che è certo è che siamo contenti di testimoniare la crescita dei Volbeat che, sulla scia della scalata graduale e costante avvenuta nel resto d’Europa, in Italia sembrano essere finalmente esplosi…

 volbeat - live trezzo - 2013

 

ICED EARTH

Con una formazione in cui figurano ora il bassista Luke Appleton e il batterista Raphael Saini, gli Iced Earth si agganciano al tour dei Volbeat prima del vero tour mondiale per il nuovo album “Plagues Of Babylon” in uscita a gennaio 2014. Una ghiotta occasione per testare la nuova lineup e per raggiungere un pubblico molto più vario e vasto di quello che la band solitamente riesce a radunare ai propri show da headliner. Il chitarrista e leader Jon Schaffer in apertura di concerto non perde l’occasione per presentare in anteprima proprio il brano “Plagues Of Babylon”, tratto dall’imminente lavoro. Nonostante un’esecuzione ottima, il pezzo fà fatica a far presa, complici suoni poco definiti e una struttura del brano troppo ridondante nonchè priva di un ritornello efficace. Lo show nella sua prima parte fatica decisamente a decollare, con “Dystopia” che suscita solo qualche applauso e con la sola “Dark Saga” che riesce a smuovere un po’ di più gli animi. La band è autrice di una prova strumentale come al solito precisa, soprattutto a livello dell’impeccabile coppia di chitarre Schaffer-Seele, due vere macchine da riff. Stu Block invece, complice forse il fatto che siamo alla primissima data alla voce, pare un po’ più impreciso del solito, con qualche strofa abbassata di troppo. Si prosegue con “If I Could See You”, un altro brano dall’album in uscita. Questa volta si tratta di un discreto lento in linea con la tradizione del gruppo, ma non certo al livello della fantastica “Watching Over Me”, che viene invece proposta nella seconda parte dello show. E’ infatti nella parte finale che finalmente il gruppo cala alcune delle sue carte migliori, che nella fattispecie rispondono al nome di “Pure Evil”, una partecipatissima “Burning Times” e la conclusiva immancabile “Iced Earth”. Questi sono i veri Iced Earth, quelli che il pubblico non può che salutare con uno scroscio di applausi.
(Alessandro Corno)

 

VOLBEAT

L’entrata dei Volbeat è anticipata dal classico dei Motorhead “Born To Raise Hell”, pompato a volume adeguato dopo un cambio palco sempre troppo lungo che separa il pubblico dalla formazione danese. E’ sulle note di “Hallelujah Goat” che inizia invece veramente il concerto, con l’ingresso di un Poulsen perfettamente impomatato e in elegante camicia western nera con decori bianchi. Un Live Club che sfiora il sold-out lo accoglie rumorosissimo, ma deve attendere lo svolgimento delle successive “Guitar Gangsters And Cadillac Blood” e “Radio Girl” per ricevere il saluto del frontman, galvanizzato da tale responso. Felicissimo per aver riempito un club di grandi dimensioni anche nel Bel Paese, Michael scherza subito col pubblico, rompendo il ghiaccio per la più grande novità in formazione: “buona sera a tutti, siamo gli Anthrax con tre nuovi membri!”, facendo il verso a un Rob Caggiano completamente a suo agio sotto il beanie che non si toglie da anni. La new entry sembra divertirsi moltissimo, e come vedremo nel corso dello spettacolo infonde nuova energia nella band, coi suoi assoli molto precisi e il suo stile rigoroso ed energico. Tempo di “Nameless One” e c’è già la prima variante acustica, ovvero il primo verso di “Ring Of Fire” dell’immortale Johnny Cash, che traina la band verso una muscolosissima versione di “Sad Man’s Tongue”. Omaggiato il ‘Man In Black’, si passerà a dare tributo al metallo vero e proprio, così viene chiesto un circle pit durante “The Mirror And The Ripper”, col frontman che risponde da solo “Yes We Can, Michael!”, e dopo “The Hangman’s Body Count” viene inscenato un siparietto richieste, dove partono riff di Judas Priest, Rammstein, Iron Maiden e Anthrax. Ad un certo punto viene anche puntato un fan in particolare e gli viene chiesta la t-shirt: il ragazzo obbedisce e Michael la indossa, quindi il palco si tinge di rosso per chiudere l’intermezzo ‘omaggi’ con un’applauditissima “Raining Blood” degli Slayer! Il concerto, snocciolate quasi tutte le hit del gruppo, potrebbe anche terminare con “Still Counting”, ma stasera l’encore è più ricco del solito: “Doc Holliday” (nella quale Poulsen, col ciuffo cadente, somiglia moltissimo a James Hetfield), “Another Day, Another Way”, “I Only Want To Be with You” e il classico “Pool Of Booze, Booze, Booza” allungano la festa senza alcun calo di tensione, evento più unico che raro con una setlist di quasi venti canzoni per una durata che si avvicina alle due ore. Prova vocale, esecuzione strumentale e resa sonora del miglior club della penisola del tutto impeccabili, un vero e proprio successo!
(Maurizio Borghi)

 

3 commenti
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