17/11/2022 - VOLBEAT + SKINDRED + BAD WOLVES @ Alcatraz - Milano

Pubblicato il 25/11/2022 da

Report di Elio Ferrara
Fotografie di Matteo Musazzi

Tornano in Italia i Volbeat, in occasione del loro tour europeo per promuovere l’album “Servant Of The Mind”, uscito l’anno scorso, ottimo disco che conferma la genialità e la grande versatilità della band: in effetti, il notevole riscontro e il successo ottenuti dalla formazione danese sono confermati da una buona affluenza di pubblico, che denota un seguito sempre crescente e anche una certa curiosità nei loro confronti.  Li accompagnano altre due band, i gallesi Skindred e gli statunitensi Bad Wolves: un terzetto che sulla carta ci lasciava un po’ perplessi, viste alcune innegabili diversità stilistiche tra questi gruppi ma, che invece, come vedremo, si è rivelato una scelta davvero azzeccata.
Purtroppo, come sappiamo, le date italiane dovevano essere due, Milano e Roma, ma quella romana è stata cancellata all’ultimo a causa della mancata presentazione della documentazione circa le misure antisismiche da parte dell’Atlantico, il locale che avrebbe dovuto ospitare il concerto.

BAD WOLVES
I Bad Wolves erano diventati famosi per una cover di “Zombie”, celeberrima canzone dei The Cranberries, pubblicata nel 2018, ma poi hanno vissuto tra alti e bassi. Di recente, peraltro, la band ha subito alcuni duri colpi a causa di cambiamenti in line-up alquanto importanti, con l’abbandono prima del cantante Tommy Vext e poi proprio quest’anno del chitarrista Chris Cain, ma la formazione californiana ha deciso di andare avanti, reclutando Daniel Laskiewicz dietro ai microfoni e Max Karon alla chitarra ritmica. Nonostante ci sembri che quest’ultimo abbia avuto problemi tecnici per buona parte della loro esibizione (ad un certo punto ce lo siamo persino visti passare accanto perché era sceso dal palco) la formazione americana si è confermata un ottimo gruppo di apertura con un’esibizione trascinante e di imponente violenza sonora. Il loro stile è in fondo tipicamente americano, un alternative metal carico di groove con qualche reminiscenza metalcore, e la loro performance si è incentrata principalmente su brani tratti dal loro ultimo “Dead Monsters”, più un paio estratti da “N.A.T.I.O.N”, senza trascurare la già citata “Zombie”: tra Dolores O’Riordan e Laskiewicz c’è ovviamente una bella differenza, ma va dato atto ai Bad Wolves di essere comunque in qualche modo riusciti ad offrire emozioni al pubblico che li ha seguiti.

Scaletta:
Sacred Kiss
Killing Me Slowly
Lifeline
Never Be The Same
If Tomorrow Never Comes
Zombie (The Cranberries cover)
I’ll Be There

SKINDRED
I metallari, si sa, sono spesso portati ad avere una sorta di rigetto verso proposte che vengono viste come contaminazioni troppo particolari, considerate persino bizzarre o comunque non meritevoli di attenzione o, più semplicemente, troppo distanti dal metal vero e proprio. Da parte nostra, eravamo poco entusiasti all’idea di assistere allo show di questa band in effetti molto particolare, in grado di contaminare il metal con generi molto diversi come il reggae o lo ska, ma non avevamo ancora mai avuto modo di vederli all’opera dal vivo. Ebbene, dopo averlo sperimentato, possiamo dire che assistere ad un concerto degli Skindred è un’esperienza assolutamente da vivere! La band fa il suo ingresso sul palco sulle note del tema di “Guerre Stellari”, scatenando subito tutta la propria bravura e capacità di divertire. Benji Webbe, poi, non è semplicemente il cantante del gruppo ma un autentico showman, che ha saputo coinvolgere ed intrattenere il pubblico per tutta la loro esibizione. La scaletta prevede estratti di vario tipo dalla loro già consistente discografia, dato che hanno già all’attivo ben sette full-length e l’anno prossimo verrà pubblicato anche un nuovo album, che si intitolerà “Smile Please”, del quale sono stati anticipati la title-track e “Gimmee That Boom”. Non sono mancati omaggi a canzoni storiche, come “Jump” dei Van Halen o “War Pigs” dei Black Sabbath (ma potremmo citarne altri meno diretti, come un battimani, prima di “Nobody” per il quale Webbe ha tirato in ballo “Radio Ga Ga” dei Queen, per far capire quello che voleva dal pubblico) ma il tutto si è svolto con tanta simpatia e leggerezza e siamo certi che in generale sia scaturita tra i presenti una maggiore curiosità di approfondire la conoscenza di questa straordinaria band.

Scaletta:
Under Attack
Rat Race
That’s My Jam
Jump (Van Halen cover)
Smile Please
Kill The Power
Gimmee That Boom
Nobody
Warning

VOLBEAT
Giunge il momento degli headliner: una serie di monitor lancia delle immagini e introduce l’ingresso della band sulle note di “The Devil’ Bleeding Crown”. La formazione danese si mostra subito in grande spolvero scatenando l’entusiasmo del pubblico accorso per assistere allo show. In effetti, i Volbeat non si limitano semplicemente a suonare, ma hanno organizzato un autentico spettacolo, con uno schermo gigante che proietta video realizzati appositamente per il concerto in modo da arricchire la loro esibizione anche dal punto di vista visivo, coinvolgendo però anche in altri modi in varie occasioni: ad esempio, c’è un lancio di palloni giganti sul pubblico durante “Wait A Minute My Girl” (uno rimbalza persino sulla testa di Poulsen, tanto che gli scappa inevitabilmente una risata mentre canta) o il lancio di una pioggia di fettucce, prima rosse in occasione di “The Devil Rages On” e poi tricolore, in omaggio alla nostra bandiera nazionale, durante un’emozionante “For Evigt”.
La scaletta va a pescare brani un po’ da tutta la loro discografia, con un’attenzione particolare all’ultimo “Servant Of The Mind”, del quale vengono riproposte canzoni maestose come “Temple Of Ekur”, “The Sacred Stones” o “Shotgun Blues” ma, come sappiamo, una caratteristica dei Volbeat è quella di realizzare una sorta di crossover tra metal (più o meno pesante) e altri generi più disparati: così possiamo apprezzare, tra gli altri, il rockabilly di “Pelvis On Fire” o il rock and roll della già citata “Wait A Minute My Girl”, per non parlare di autentici omaggi a Dusty Springfield (con la celebre “I Only Want To Be With You”) e al grandissimo Johnny Cash (“Ring Of Fire”). Insomma, ce n’è davvero per tutti i gusti, i nostri hanno la capacità di divertire gli spettatori e sono davvero abili nel coinvolgerli attivamente nel corso della serata. Poulsen è ormai un frontman navigato e di esperienza per cui, pur suonando la chitarra oltre a cantare, non si avverte in generale un’eccessiva staticità nè sua nè degli altri musicisti: anzi, a dirla tutta, si alterna spostandosi da un microfono all’altro, scambiandosi continuamente di posto con Kaspe Boye Larsen o con Rob Caggiano (tanto che spesso risulta difficile seguirlo con lo sguardo). Notevole la prova di tutta la band, con una menzione speciale proprio per Caggiano, il quale ha contribuito a portare il gruppo su livelli sempre più alti (d’altronde, oltre ad essere un produttore, parliamo di un ex membro, tra gli altri, nientemeno che degli Anthrax) e che anche stasera si è reso protagonista di ottime performance. In mezzo a grande entusiasmo sono dunque alla fine ben quattro i bis concessi: oltre alle già menzionate “The Sacred Stones” e “For Evigt”, lo show si chiude con “Die To Live” e “Still Counting”.
Il successo sempre crescente dei Volbeat si fonda su tanti aspetti, ma uno di questi è senz’altro dato dai loro concerti dal vivo, perché obiettivamente non è da tutti offrire uno spettacolo di questa qualità e di questo livello: chi si ostina dunque a dire che sia una band sopravvalutata, almeno su questo, se ne faccia una ragione.

Scaletta:
The Devil’s Bleeding Crown
Pelvis On Fire
Temple Of Ekur
Lola Montez
Fallen
I Only Want To Be With You (Dusty Springfield cover)/Ring Of Fire (Johnny Cash cover)
Sad Man’s Tongue
Wait A Minute My Girl
Black Rose
Shotgun Blues
Seal The Deal
The Devil Rages On
Slaytan
Dead But Rising
Encore:
The Sacred Stones
For Evigt
Die To Live
Still Counting

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