La seconda giornata del festival heavy metal per eccellenza!
VOMITORY
I VOMITORY, chiamati ad accendere la miccia sul Black Stage, hanno dato il via al solito massacro sotto il palco con una performance annichilente incentrata sui brani dell?’ultimo ?’Blood Rapture’. I suoni sono stati piu’ che discreti e buona come sempre la presenza scenica dei nostri, ormai una realtà della scena Death Europea.
DORNENREICH
Bello show anche per i DORNENREICH, una delle band di punta dell’intraprendente Prophecy Records. Pur suonando in pieno giorno ed essendo la loro musica non esattamente consona al festival, i nostri hanno firmato una prestazione più che buona, che sicuramente avrà ammaliato tutti i dark presenti quest’oggi.
DOMINE
Gli italianissimi DOMINE hanno ancora una volta eseguito uno show convincente, anche questa volta penalizzato dai suoni, ma la band non si è data per vinta. Tra brani del nuovo ‘Stormbringer Ruler’ e vecchi cavalli di battaglia, la band capitanata da un travolgente Morby è riuscita senza troppe difficoltà ad ottenere il consenso del pubblico.
NECROPHOBIC
Show ferocissimo per i NECROPHOBIC, band svedese da poco tornata sul mercato con il discreto ‘Bloodhimns’, album da cui i nostri hanno tratto buona parte dei brani suonati quest’oggi. Di sicuro si e’ trattato di un ottimo concerto, che avrà portato alla band un buon numero di nuovi fan. La prima piacevole sorpresa della giornata.
WOLF
Dei suoni infami hanno praticamente ‘ucciso’ il concerto dei WOLF. La band autrice di un pregevole heavy metal di stampo maideniano si è comunque divertita ed il poco pubblico presente ha risposto positivamente. Davvero un peccato, con un sound decente il concerto avrebbe preso un’altra piega!
IRON SAVIOR
IRON SAVIOR*, un granitico panzer di heavy metal! On stage la band di Piet Sielck, con l?aggiunta di Uwe Lulis in rinforzo alle chitarre, è veramente massiccia, ed i brani diretti di ?Condition Red? sono stati suonati con ancora più carica ed aggressività che su disco! Bello il medley culminato con l?indimenticabile ?Watcher In The Sky? e bello il concerto di questi guerrieri teutonici!
REBELLION
Grande curiosità per i REBELLION, la band dell’ex Grave Digger Uwe Lulis! Un disco senza infamia e senza lode, ma una deludente prova on stage – complici dei suoni poco congeniali. I pezzi del nuovo disco hanno perso parecchio mordente dal vivo…la band deve ancora carburare.
ANGRA
Che dire degli *ANGRA*? Come sempre sono stai autori di un concerto impeccabile. Tutte le volte che vedo Kiko Loureiro impugnare una chitarra, lo show si riempie di magia grazie alla sua classe sopraffina. Bravi anche gli altri ragazzi, buona la performance di Edu Falaschi per uno spettacolo coinvolgente quanto basta.
FLESHCRAWL
I Carnage tedeschi, ovvero i *FLESHCRAWL*, sono stati la seconda bella sorpresa della giornata. Il concerto, all?insegna del più classico Swedish Death, è stato un vero pugno nello stomaco: il nuovo ?Soulskinner? è stato riproposto quasi per intero, ma non sono mancati estratti da ?As Blood?? e dall?ottimo ?Bloodred Massacre?. Peccato che la terribile afa abbia un po’ limitato il responso dell?audience, più intenta ad asciugarsi il sudore che a scapocciare!
DYING FETUS
Il Black Metal stage è stato letteralmente demolito dai *DYING FETUS*! Gli statunitensi, pur presentandosi con una sola chitarra, hanno spazzato via tutti i fan assiepati sotto il palco con una performance allucinante. I brani sono stati eseguiti quasi al doppio della loro velocità e c’è stato spazio anche per presentare due nuove composizioni: ‘Vengeance Unleashed’, già presente nel recente split con i Deep Red, e ‘Schematics’, brano davvero esaltante.
PRETTY MAIDS
La classe non è acqua, ed i PRETTY MAIDS lo hanno dimostrato. La band danese ha suonato col cuore, rendendosi artefice di uno show indimenticabile! Come non sussultare ascoltando canzoni che hanno fatto la storia del metal come ‘Future World’ o ‘Back To Back’ (altro che Hammerfall!!), e musicisti che sanno davvero come stare sul palco e come intrattenere il pubblico? Immensamente superiori!
BORKNAGAR
Lo show dei BORKNAGAR è stata una mezza delusione: purtroppo il buon Vintersorg non era molto in forma e la sua voce ha stentato abbastanza, soprattutto nei brani che richiedevano entrambi i registri (black e pulito). La setlist è stata però molto buona e il massimo del coinvolgimento si è raggiunto con l’esecuzione della bella ‘Colossus’, forse il brano più conosciuto dei nostri. Rimandati al prossimo concerto.
SAVATAGE
I SAVATAGE, da quando hanno sostituito il validissimo ‘Zak’ Stevens, non riescono più ad esaltarmi. Il nuovo ragazzo, Damond Jiniya, ha sì una gran voce, ma la sua personalità on stage rasenta lo zero assoluto. Da buon pseudo clone del Jon Oliva dei vecchi tempi, Damond dà ancora l’idea del session man, c’è ancora molto da lavorare sulla presenza scenica. Da segnalare la presenza di Jeff Waters degli Annihilator come sostituto temporaneo di Al Pitrelli: la sua performance alla sei corde ha destato l’entusiasmo generale del pubblico (tanto che molti, nel forum del sito ufficiale della band, lo vorrebbero addirittura come membro fisso!). Un buon concerto, ma i Savatage possono fare di più.
DESTRUCTION
La prova dei DESTRUCTION è stata compromessa da frequenti problemi tecnici che hanno minato l’esecuzione di un buon numero dei brani eseguiti. Un vero peccato, perché la band come sempre ha dato tutta se stessa sul palco, lasciando, come giusto, grossissimo spazio ai vecchi classici.
DRAGONLORD
Uno degli show più attesi sul Party Stage era quello dei DRAGONLORD di Eric Peterson, chitarrista dei Testament. Il black-thrash sinfonico della band ha catturato l’attenzione di un grosso numero di headbanger ma, alla lunga, il concerto ha un po’ annoiato soprattutto perché, anziché proporre una selezione dei brani migliori i nostri hanno optato per suonare quasi per intero il loro album d’esordio, compresi alcuni episodi poco convincenti. Comunque complimenti a Peterson, il quale ha dimostrato di trovarsi perfettamente a suo agio nel doppio ruolo di chitarrista/cantante.
BRUCE DICKINSON
L’air raid siren non perdona e, indifferente all’età non più giovanissima, il quarantaquattrenne BRUCE DICKINSON per settantacinque minuti ha corso, urlato, coinvolto il pubblico, ma soprattutto ha cantato divinamente, affiancato da una band tecnicamente preparatissima! Non sono mancati estratti dal repertorio maideniano come ‘The Prisoner’ o ‘Powerslave’, pezzi comunque non più proposti in sede live dalla sua band madre. Impeccabile Bruce, per uno show fin troppo perfetto per sembrare vero!
PUNGENT STENCH
Divertentissimo il concerto degli svizzeri PUNGENT STENCH, che si sono presentati con abiti da prete per poi spogliarsi e proseguire il concerto in tenuta sado maso! Lo show, musicalmente parlando, non è stato niente male, e ha fatto la gioia di tutti i vecchi fan di questi deathster grazie ad una bella setlist che ha presentato brani da ogni album pubblicato.
PRIMORDIAL
I PRIMORDIAL sono un’ottima live band e il concerto di Wacken lo ha confermato ulteriormente. Fuori da poco con il nuovo ‘Storm Before Calm’, gli epic-black metaller irlandesi hanno comunque lasciato spazio anche alle vecchie composizioni, raccogliendo le ovazioni dei fan soprattutto durante le esecuzioni dei brani tratti da ‘A Journey’s End’. Bravissimi.
CHILDREN OF BODOM
Concerto di routine – ma comunque infinitamente migliore di quello tenuto ad ottobre a Milano – per i CHILDREN OF BODOM. Davvero ben riuscite le esecuzioni di ‘Kissing the Shadows’ (il brano migliore dell’ultimo ‘Follow The Reaper’) e della classica ‘Deadnight Warrior’, accolta da una vera e propria ovazione. Alexi Lahio e compagni hanno presentato anche un nuovo brano, invero abbastanza canonico, che andrà a far parte del loro quarto album, in fase di registrazione in questi giorni.
MY DYING BRIDE
I MY DYING BRIDE sono stati autori di un concerto superlativo, assolutamente perfetto. La setlist è stata la stessa del Gods Of Metal, a parte l’aggiunta della bella ‘The Dreadful Hours’ in chiusura, e il fatto di suonare in tarda serata ha sicuramente giovato alla band che è riuscita a creare una splendida atmosfera e a coinvolgere i presenti, letteralmente rapiti dai movimenti e dalla voce di Aaron – davvero toccante la sua prestazione su ‘The Cry Of Mankind’ e sul succitato brano conclusivo, apice dell’intero concerto. Complimenti alla band che ha firmato una delle migliori performance dell’intero festival.
WARLORD
Tanta attesa ed un nome leggendario hanno forse creato troppe aspettative nei confronti dei riformati WARLORD. La band di Williami J. Tsamis, al suo primo concerto live in assoluto, si è difesa bene, ma non ha fatto scintille! Un doveroso elogio a Joacim Cans che, per tutto il concerto, ha cantato in maniera impeccabile (persino meglio che con gli Hammerfall) mentre Tsamis, dal canto suo, era molto impacciato ed impreparato sul palco. La quasi totalità dei brani presentati arriva dritta dal nuovo ‘Rising Out From The Ashes’; da segnalare invece una ‘Child Of The Damned’ dove per magia è apparso lo scarsissimo Oscar Droniak degli Hammerfall a suonare (malamente) la chitarra. A causa del tardo orario, lo show è finito alle tre del mattino, il pubblico si era ormai ridotto e, alla fine del concerto, tutti si sono diretti alle proprie tende con un po’ di amarezza in bocca.