A cura di Maurizio “Morrizz” Borghi
I Walls Of Jericho concludono a Brescia un filotto di tre date che li ha visti protagonisti anche a Roma e Bologna, atto a promuovere l’ultima fatica “The American Dream”, un album che non abbassa il livello qualitativo della formazione e che continua a guadagnare consensi un po’ ovunque. Il Latte + chiama a raccolta fans giovani e maturi, hardcore kids e pure qualche poser venuto solo a far la spesa al banchetto del merch…
FINAL PRAYER
Arriviamo in sala proprio mentre iniziano i Final Prayer, ultima proposta del metalcore tedesco. Con solide basi nell’hardcore i giovanotti calcano la mano sul lato della pesantezza, potendo contare sull’imponenza fisica degli stessi componenti. Vengono in mente gli Hatebreed come influenza primaria, ma, purtroppo per loro, non c’è davvero nulla che riesce a farli distinguere dall’affollatissima scena. Il Latte + risponde in maniera decorosa, ma dimostra che l’interesse è altrove.
WALLS OF JERICHO
Li abbiamo salutati ad ottobre 2008 sul palco dell’Hell On Earth e rieccoli in uno show da headliner che… risulta uguale in tutto e per tutto a quello del festival. Ci saremmo aspettati qualche sorpresina, una cover, un set più corposo nel minutaggio, invece i Walls Of Jericho sfoderano il consueto attacco frontale in un set da 50 minuti (forse anche meno), con Candace ad attirare gli sguardi e a trascinare, tenendoli saldamente in pugno, tutti i presenti. Dimenticatevi la parentesi acustica dell’EP “Redemption” (una sfumatura che a quanto pare la band non ha intenzione di esplorare dal vivo), nei live show c’è spazio solo per una cosa: Slayer-core! Ed è quello che tutti vogliono, anche se il mosh è pigro la partecipazione del pubblico non va oltre alle prime file. Il diversivo viene offerto comunque da un fan particolarmente agitato, che tentando un improbabile stage diving finisce per tuffarsi di testa per poi schiantarsi al suolo, sempre col capo, perdendo conoscenza e rubando spazio al già breve spettacolo. Da lì a qualche minuto rimane una finta uscita di scena e l’immancabile “Revival Never Goes Out Of Style”, che pone fine al concerto nella maniera migliore, facendo scattare l’infinita serie di foto ed autografi. Niente sorprese, nemmeno sulla qualità dello spettacolo… una sicurezza.