Di rientro da un lungo tour nordamericano, i Watain fanno tappa nel Regno Unito per una breve serie di date. “The Wild Hunt” ha spopolato da queste parti e capiamo il desiderio della band di voler “battere il ferro finchè è caldo”: il resto del Vecchio Continente verrà infatti toccato solo nel 2014, mentre per Manchester, Glasgow, Birmingham e Londra è stato riservato un trattamento di riguardo, proprio per soddisfare il crescente appetito dei fan britannici. Come special guest dei black metaller di Uppsala erano stati inizialmente annunciati gli amici Entombed, ma la presenza di questi ultimi è stata revocata di lì a breve, probabilmente per lo stesso motivo per cui la pubblicazione del loro nuovo album è stata posticipata a una data imprecisata del 2014 (disputa legale in arrivo?). I watain sono quindi arrivati sull’isola per conto proprio, affidandosi alla realtà locale Colts Blood per aprire le serate. Purtroppo questi ultimi, almeno giudicando dagli ultimi minuti della loro performance nella capitale (non siamo riusciti a raggiungere il locale prima a causa di impegni di lavoro), non sono stati affatto accolti a braccia aperte dal seguito degli svedesi: quasi nessun applauso e addirittura dei “booo” a fine set, segno inequivocabile che i presenti avrebbero preferito qualcosa di maggiormente in linea col sound degli headliner piuttosto che quaranta minuti di doom-sludge cavernoso.
WATAIN
L’accoglienza per i Watain è invece l’esatto opposto. L’Electric Ballroom, locale di dimensioni medio-grandi, non registra il tutto esaurito, ma a questo punto presenta comunque un colpo d’occhio più che buono, con parecchi fan schiacchiati in prossimità del palco. D’altra parte, il gruppo è ormai giunto ad un crocevia della propria carriera: è troppo famoso per una venue storica ma piccola come l’Underworld, ma, al tempo stesso, non è – e probabilmente non sarà mai – così popolare da poter riempire ambienti da migliaia di posti. Non essendoci il locale perfetto per le esigenze dei Watain attuali, si è quindi optato per qualcosa di grandicello, in modo da dare agli svedesi la possibilità di usufruire di un palco piuttosto ampio. Senza contare che così anche i loro fan potranno godere di uno spazio adeguato per muoversi e respirare. Sì, respirare… perchè solitamente quando la band cala da queste parti lascia dietro di sè nugoli di gente nauseata, visto che ama cospargere il palco di frattaglie e sangue in via di putrefazione. In verità, questa sera i Nostri sembrano aver calcato poco la mano su questo aspetto del loro show: non si sente un tanfo tremendo in sala e il palco, almeno da lontano, appare relativamente pulito. Forse per severe disposizioni del locale, il gruppo questa sera lascia da parte le esalazioni nocive e pone invece l’accento su fiamme e scenografia satanica: due croci rovesciate campeggiano ai lati del microfono, mentre attorno alla batteria troviamo dei grossi teloni raffiguranti ossa e fantasie diaboliche, un piccolo altare e a due tridenti – simbolo del gruppo – che verranno avvolti dalla fiamme già a partire dall’intro “Night Vision”. Il set si apre infatti sulle note dell’ultimo studio album, prova che ha lasciato interdetto qualche fan della prima ora, ma che nel complesso è stata grandemente apprezzata, almeno tra questo pubblico. È però il black-death di “De Profundis” il vero incipit del concerto: con i musicisti accuratamente truccati e un Erik Danielsson più frontman che mai, ora che ha un palco sufficientemente largo per muoversi liberamente, il gruppo attacca a testa bassa e investe i presenti con un suono potente e coeso, che perde qualcosa in definzione solo all’altezza delle parti più veloci. Sin dalle prime note, Danielsson si dimena tantissimo e svela tutta la sua anima di rocker: siamo sempre e comunque davanti ad una black metal band, ma oggi più che mai i Watain non nascondono la loro passione per gli spettacoli delle grandi metal band che hanno fatto la storia del genere. Il gruppo appare rapito dalla sua stessa musica e lo show è tutto fuorchè freddo e statico: c’è movimento costante e voglia di interagire col pubblico. Anche sotto questo aspetto i Nostri stanno iniziando a prendere le distanze dalla frangia black metal più chiusa e oltranzista. Giusto i cori e le basi pre-registrate di “The Wild Hunt” spezzano questo ardore: per il resto, il concerto è interamente live e coinvolgente. Si sente forse la mancanza di un brano o due appartentente agli esordi – a parte “Devil’s Blood” la setlist è incentrata sulle ultime opere – ma il tempo a disposizione questa sera non è granchè: a Londra i concerti nei weekend devono sempre concludersi molto presto. Apprezziamo però la scelta di chiudere con “Holocaust Dawn”, traccia difficile e molto ambiziosa, e, soprattutto, con “Waters Of Ain”, lunga suite che è forse la vera perla di “Lawless Darkness”. Il suo bellissimo assolo finale pone la parola fine su una performance breve ma decisamente intensa, che ha donato ulteriori conferme sull’efficacia dei Nostri in questa dimensione. Nonostante si avvalgano da tempo di turnisti per completare la lineup – il “nostro” Set Teitan alla chitarra solista e il cileno Alvaro Lillo al basso – i Watain sono sicuramente una delle migliori live band del circuito black metal; più compatti ed energici di tanti illustri e storici colleghi.
Setlist:
Night Vision
De Profundis
Malfeitor
Devil’s Blood
Reaping Death
The Wild Hunt
Sworn to the Dark
Outlaw
Holocaust Dawn
Waters of Ain