WHITECHAPEL
Concluso lo show dei Ted Maul, è bastato ai Whitechapel solo un quarto d’ora per preparare il palco e dare il via al loro concerto. Quando si è un sestetto (tre chitarristi!), esibirsi nel piccolo Underworld non rappresenta esattamente il massimo della comodità, tuttavia i nostri sono apparsi decisamente abituati a simili situazioni e non si sono fatti alcun tipo di problema. Ad eccezione dell’invasato frontman Phil Bozeman, poco movimento, quindi, ma è bastato ascoltare il primo pezzo del set, “The Somatic Defilement”, per capire quale sarebbe stata, durante lo show, la qualità più apprezzata dei Whitechapel e della loro proposta. La pesantezza! Tra tutte le death metal band viste di recente dal sottoscritto, i Whitechapel si sono infatti aggiudicati la palma di più imponente del lotto! Tre chitarre ribassate sino all’inverosimile, riff uno più heavy dell’altro, un muro di suono impressionante. L’album, pur essendo prodotto in maniera professionale, non rende affatto l’idea di quanto possano risultare opprimenti le trame del gruppo. Bisogna assistere a un live per rendersene conto. Complice anche la solita ottima acustica dell’Underworld, il pubblico, all’arrivo del primo breakdown, è rimasto a bocca aperta e non si è quasi mosso. Poi però non ci è voluto molto affinchè Bozeman e compagni riuscessero ad animare il pit: “Vicer Exciser” e “Ear To Ear” hanno aperto vuoti nel pit, nel quale death metaller tradizionali e MySpace grinders si sono dati battaglia con spinte e gli ormai consueti calci volanti alla Bruce Lee. Ad un certo punto, un tizio si è persino messo carponi per fungere da “scalino umano” per coloro che desideravano saltare oltre le transenne! Cose da pazzi… un concerto che si è fatto sempre più intenso e coinvolgente con il passare dei minuti e che ha visto la band – sempre precisissima sugli strumenti – venire quasi portata in trionfo una volta suonata la conclusiva “Fairy Fay”. In fin dei conti, centinaia di concerti tenuti negli Stati Uniti non sono proprio bruscolini: la band, pur molto giovane, di esperienza ne ha a vagonate e questa sera si è resa protagonista di uno show che avrebbe fatto rabbrividire maestri del groove come Aborted, Kataklysm o Despised Icon. È indubbio che i nostri su disco abbiano ancora diversi margini di miglioramento, ma dal vivo è impossibile non classificarli come una vera forza della natura. Non vediamo l’ora di rivederli!