WOLVES IN THE THRONE ROOM
Bisogna essere onesti… un concerto dei Wolves In The Throne Room è perfetto per offrire al borioso “recensore” di turno aggettivi come “mistico” o espressioni come “esperienza spirituale”, “catarsi” e via dicendo! C’è però anche da dire che è piuttosto difficile non utilizzare tali pensate se effettivamente si vuole provare a descrivere lo show. Del resto, pare proprio che il gruppo sul palco sia impegnato in una sorta di rituale. Le luci vengono utilizzate pochissimo, in favore di alcune candele poste ai lati del palco; la band non dice una singola parola, non fa alcun cenno al pubblico nè si prende pause significative tra una traccia e l’altra (che ricordiamo avere una durata media di circa dieci minuti!). C’è spazio per un po’ di headbanging, soprattutto da parte del bassista Ross Sewage, reclutato dagli Impaled, ma tutto sommato è esclusivamente il collaudato mix di primi Ulver, primi Katatonia e folk/ambient della formazione a essere protagonista del concerto. E su quest’ultimo, complici i soliti ottimi suoni dell’Underworld, c’è davvero poco da dire. I WITTR, non avendo la cantante al seguito, ovviamente hanno evitato di riproporre le parti con voce femminile, ma il resto del loro repertorio questa sera è stato suonato con una precisione, un’intensità e un trasporto davvero ammirevoli. Doveroso inoltre sottolineare come i quattro – e in particolare il batterista – siano in grado di suonare composizioni tanto lunghe e sostenute senza battere ciglio, cosa che denota un fiato da vero maratoneta! L’esibizione è andata avanti per circa 80 minuti, gli ultimi 15 dedicati a una versione letteralmente da brividi del capolavoro “Vastness And Sorrow”, canzone che ha visto una notevole partecipazione degli astanti, sino ad allora molto composti e silenziosi, quasi a rispettare il modo di fare on stage dei musicisti. Una reazione che però non ha certo invogliato il gruppo a intrattenersi sul palco per i saluti di rito. Una volta terminato il brano, i nostri si sono congedati rapidamente, lasciando la parola al feedback delle loro chitarre. Delusione? Per niente… conoscendo la band, sarebbe stato strano il contrario!