A cura di Luca Pessina e Marco Gallarati
L’Xmas Tour (da non confondere con il ben più celebre ed estremo X-Mass Festival) pare sia destinato nel periodo delle feste natalizie a diventare un appuntamento fisso per gli appassionati di metallo live! Giunto alla sua seconda edizione (la prima, l’anno scorso, ebbe come protagonisti Lacuna Coil e Moonspell), questo tour ha presentato ancora una volta un bill d’eccezione, che vedeva come indiscussi protagonisti gli svedesi Tiamat e gli attesissimi Theatre Of Tragedy, ansiosi di presentare la loro nuova cantante, Nell. Le loro performance sono state entrambe più o meno convincenti e grazie anche al divertente show dei Pain, la serata in quel del Live di Trezzo è risultata dunque piacevolissima. Il pubblico è accorso abbastanza numeroso e all’interno del locale si sono uditi esclusivamente commenti positivi… ci si aspetta perciò un ulteriore seguito l’anno prossimo!
SIRENIA
Onestamente non c’era moltissima voglia di sorbirsi una nuova performance dei Sirenia. Il gruppo è mediocre e anche se, in sede live, il leader Morten Veland non è per nulla uno sprovveduto alla fine la sua musica non riesce quasi mai a coinvolgere, in quanto troppo imperniata su soluzioni non riproducibili dal vivo. I cori e le orchestrazioni sono infatti tutti pre-registrati, la frontgirl non canta quasi mai (bisogna però dire che i suoi pochi vocalizzi oggi sono apparsi più convincenti rispetto a quelli uditi allo scorso Summer Breeze) e, in generale, le composizioni sono di rado brillanti, strani ibridi di death-doom e gothic metal da balera. Stasera il responso dell’ancora esiguo pubblico non a caso è stato tiepido e l’esaurimento della mezz’ora a disposizione della band è stato accolto da molti nella più totale indifferenza.
PAIN
Di ben altra pasta è stato lo show dei Pain, davvero vigoroso e divertente con il suo mix di elettronica ballabile e metal! Il buon Peter Tagtgren si è presentato on stage con una line up del tutto rinnovata, che vedeva al basso e alla seconda chitarra due fanciulle veramente carine. Sin dalle prime battute è stato evidente che la scelta di Tagtgren fosse stata dettata più dall’aspetto di queste due ragazze che dalle loro effettive capacità tecniche ma, come ovvio, a nessuno è venuto in mente di protestare, anzi! Il concerto è durato anch’esso una mezz’ora e ha visto il quartetto proporre tutti i brani più tamarri della sua ancora esigua discografia: “Supersonic Bitch”, “End Of The Line”, “On And On”, la cover di “Eleanor Rigby” dei Beatles e “Shut Your Mouth”. C’è poi stato spazio anche per una canzone dal primo e ben più metallico album, ovvero la tirata “Greed”, per la lenta “Brething In Breathing Out” e per il nuovo singolo “Same Old Song”, midtempo piuttosto catchy che però non ha particolarmente esaltato chi scrive. Tagtgren ha ovviamente tenuto il palco da vero maestro e il pubblico, che era composto anche da parecchi truci metallozzi, si è lasciato coinvolgere sino alla fine in danze sfrenate degne dello Studio Zeta (nota discoteca dell’hinterland milanese)!
THEATRE OF TRAGEDY
Notevole curiosità e particolare interesse ha suscitato la prima calata in terra italica dei Theatre Of Tragedy capitanati dalla nuova singer Nell, sostituta della storica Liv-Kristine Espenaes, estromessa in modo poco simpatico dal gruppo tempo addietro e ora frontgirl dei Leaves’ Eyes. Già il salire sul palco dopo l’incendiaria performance dei Pain poteva essere controproducente per i sei compassati norvegesi…in più, in prima battuta, l’impatto della band sull’audience italiana è stato abbastanza problematico: Nell è risultata piuttosto intimidita e “bloccata”, con la voce che, seppur cristallina, faceva fatica ad emergere al di sopra degli strumenti; Raymond, che non è propriamente un frontman trascinante e coinvolgente, si è trovato al centro dell’attenzione per almeno i primi due-tre brani, fra i quali ricordiamo una bella versione di “Lorelei”, trasmettendo alla performance un senso di noia latente che ha fatto un po’ preoccupare. Meno male che, con il proseguire dello show, l’intero gruppo si è scaldato, compresa la voce di Nell, grazie soprattutto all’esecuzione di “Fade”, un sentito e gustoso anticipo di ciò che potremo sentire nel prossimo album del combo. Altra preview è stata la più canonica “Storm”, comunque confermante come Nell si trovi a proprio agio più sui brani nuovi, scritti apposta per lei. La scaletta è stata equilibrata e hanno trovato posto addirittura “And When He Falleth” e la bellissima “A Hamlet For A Slothful Vassal”, opener del debutto dei TOT, forse una delle canzoni più famose e apprezzate nell’ambito del gothic a due voci. Comunque, prestazione non entusiasmante ma buona. Del resto, riempire il vuoto lasciato da Liv-Kristine non è cosa semplice…
TIAMAT
Johan Edlund aveva annunciato di avere delle sorprese in serbo per i fan che sarebbero accorsi alle date di questo Xmas tour e infatti così è stato. I Tiamat questa sera hanno infatti regalato ai loro fan un concerto breve ma ben suonato e molto particolare, che ha visto i nostri proporre una scaletta davvero variegata e forte anche di brani assai datati. Ogni musicista si è reso protagonista di una performance eccellente, su tutti lo stesso Edlund – bravissimo frontman nonostante sia sempre di poche parole – e il nuovo chitarrista, decisamente preparato a livello tecnico (tra l’altro è praticamente il sosia di Vincent Cavanagh degli Anathema… con dieci chili di più, però!), e la scaletta, come dicevamo, ha visto accanto alle solite “Vote For Love”, “Brighter Than The Sun” e “I’m In Love With Myself” le splendide esecuzioni di vere perle come “In A Dream” e “The Sleeping Beauty”, composizioni tratte dal capolavoro “Clouds”. Edlund si è rivelato inaspettatamente ancora a proprio agio ad interpretare simili pezzi e soprattutto in “The Sleeping Beauty” ha veramente dato il meglio di se stesso, per l’occasione aiutato alle vocals anche da Peter Tagtgren. Poi naturalmente non sono mancati brani recenti – ottimo “Clovenhoof” – e altri classici come “Whatever That Hurts”, “Cold Seed” e la richiestissima “Gaia”, come sempre posta in chiusura. I suoni e l’impianto luci erano perfetti e pubblico ha reagito benissimo, cantando a squarciagola molti dei ritornelli. Il concerto si è concluso dopo poco più di un’ora, un po’ pochino a dir la verità, ma non si è sentita nessuna protesta. Sarebbe stato bello sentire anche pezzi come “The Ar” o “The Whores Of Babylon” ma si è usciti dal Live di Trezzo ugualmente felici: i Tiamat questa sera non hanno sbagliato un colpo e questo concerto verrà ricordato ancora per molti mesi a venire.