A pochi giorni dall’uscita ufficiale sul mercato dell’ottavo album in studio del progetto Avantasia, quest’ultimo ha già avuto modo di ritagliarsi un posto tra le uscite più discusse di questi primi mesi del 2019. Non sono infatti pochi gli ascoltatori che, una volta terminata la fruizione del suddetto lavoro, hanno iniziato ad esprimere i propri pareri discordanti in merito agli undici pezzi che compongono la tracklist. Tuttavia, noi abbiamo apprezzato moltissimo il nuovo “Moonglow”, tanto da collocarlo tra gli Hot Album di questa settimana; in particolar modo, siamo rimasti colpiti dalle numerose sfaccettature che hanno dotato letteralmente di un’identità propria ogni singolo brano, lasciando perfettamente trasparire l’immenso cuore che il buon Tobias Sammet ha voluto inserire all’interno di un prodotto tra i più personali e meno vincolati che abbiamo avuto modo di udire negli ultimi anni. Con queste premesse, potevamo forse non cogliere l’occasione per fare una bella chiacchierata con il simpatico frontman cui dobbiamo tutto ciò che porta il nome degli Avantasia in copertina? Naturalmente no, e anzi ci teniamo a sottolineare quanto quest’ultimo si sia dimostrato entusiasta ed euforico nell’elencare tutti i vari movimenti che hanno portato alla creazione del nuovo album, in cui egli ha evidentemente riversato tutta la propria personalità luminosa e scoppiettante, ma anche riflessiva e malinconica. Buona lettura!
CIAO TOBIAS! È UN PIACERE PARLARE CON TE IN QUESTO PERIODO RICCO DI NOVITÀ, TU COME TI SENTI?
– Ciao a tutti! Posso affermare senza ripensamenti di sentirmi al massimo della forma! Se esistesse un ideale di perfezione, direi che ora come ora io mi ci trovo davvero molto vicino. Dopotutto, pur non essendo effettivamente più un giovincello, mi sento ancora un ragazzo dentro, e questa è una sensazione bellissima e perfettamente in linea con quella che è la mia filosofia di vita. A maggior ragione in un momento come questo, con un nuovo album sul mercato e tanta carne al fuoco per il prossimo futuro.
INIZIAMO PROPRIO PARLANDO DEL NUOVO ALBUM “MOONGLOW”: A TRE ANNI DI DISTANZA DAL PREDECESSORE “GHOSTLIGHTS” RIUSCIRESTI AD IDENTIFICARE QUELLE CHE, PER TE, SONO LE PRINCIPALI DIFFERENZE E ANALOGIE TRA I DUE?
– Ammetto che è davvero difficile esprimermi in merito. Confesso che la mia personale modalità, quando decido di voler lavorare a un nuovo album, consiste semplicemente nell’applicarmi per trasportare in musica ciò che sento dentro, mettendo insieme le mie energie senza curarmi prima del tempo di quello che potrebbe essere il risultato finale. Ciò che posso dire analizzandolo nella sua versione definitiva è che sicuramente lo trovo un prodotto bilanciato, sfaccettato e ben confezionato anche a livello di produzione, senza la necessità di voler strafare a tutti i costi. Inoltre, per certi versi ritengo che sia davvero diverso rispetto a quanto fatto in passato, soprattutto a livello emotivo, appunto per via di ciò che evidentemente provavo al momento di dedicarmi al seguito dell’album precedente.
COSA SENTIVI DENTRO ESATTAMENTE, NEL MOMENTO IN CUI IL NUOVO PRODOTTO HA INIZIATO A PRENDERE VITA NELLA TUA MENTE?
– Ricordo che ci trovavamo nel periodo conclusivo dell’ultimo tour degli Avantasia, con tanto di data immancabile al Wacken Open Air. Una volta tornato a casa, mi accorsi che quasi tutti coloro che mi circondavano sembravano avere già le idee chiare su ciò che sarebbe pervenuto da me di lì a poco: un nuovo album approcciato con le solite modalità, prontamente seguito da un tour in giro per il mondo con qualche pausa, con poi le più che prevedibili tappe nei festival più importanti, seguite a loro volta da un altro disco, un altro tour e così via. Al che ho realizzato, con vent’anni di carriera e ben diciassette album alle spalle, che la mia vita era diventata una sorta di schema fatto e finito, con la priorità di dover necessariamente accontentare le aspettative di altre persone. Questo decisamente non andava incontro a quelli che erano i miei desideri personali, e per questo decisi che per un nuovo album mi sarei sbarazzato di qualsiasi limite di tempo, così come di qualsiasi aspettativa altrui, badando solo e unicamente a quelle che erano le mie personali emozioni e ispirazioni, con le mie tempistiche.
COME SEI RIUSCITO A NON FAR INTRALCIARE I TUOI BUONI PROPOSITI DAI TUOI ALTRI IMPEGNI MUSICALI?
– Come penso ricorderai, nel frattempo erano in corso i lavori per l’anniversary tour degli Edguy, con anche del nuovo materiale da proporre nel breve periodo per l’occasione; tutto questo naturalmente non avrebbe giovato alla futura creatura degli Avantasia, che non sarebbe più dovuta essere la semplice coesione tra la mia voce, la mia musica e la chitarra di Sascha Paeth. Perciò, ho ritenuto opportuno concludere quelli che erano i miei impegni con gli Edguy, per poi chiudermi in segreto nel mio piccolo mondo per mettere in ordine le idee e produrre un album del tutto sprovvisto di vincoli, nato non per dovere di musicista, ma per riflettere quelli che sono effettivamente i miei sentimenti e le mie ispirazioni.
GIÀ SOLO OSSERVANDO IL FRONT, SI PUÒ NOTARE UNA SORTA DI DERIVA STILISTICA SULLO STILE DEL NOTO REGISTA TIM BURTON. COME DESCRIVERESTI IL CONCEPT CHE SI CELA DIETRO ALL’ALBUM?
– Effettivamente c’è una forte ispirazione a Tim Burton ed alle sue opere tanto particolari quanto riconoscibili, che io personalmente apprezzo molto; soprattutto per via della sua capacità di interpretare una sorta di lato oscuro della bellezza, rappresentandola in una versione grottesca e differente da ciò che comunemente si intenderebbe come tale. Il concept del disco parte da questa rappresentazione per descrivere, con la partecipazione di vari personaggi, le emozioni di una creatura che si ritrova in un mondo che non riesce del tutto a percepire come proprio, col conseguente risultato di provare un forte senso di smarrimento, solitudine e voglia di evadere dalla luce, nascondendosi nell’oscurità per poi rintanarsi in un mondo ideale creato da sé.
ERA MOLTO IMPORTANTE, PER TE, RAPPRESENTARE QUALCOSA DI FORTEMENTE PERSONALE E INTROSPETTIVO?
– Assolutamente sì! Immagina che un concept del genere mi ha permesso di riprendere gli stilemi tipici della gothic novel di stampo vittoriano (à la “Alice”, per intenderci), che tanto apprezzo, ma anche di dare libero adito a quella che è la mia natura, nonché il mio modo di percepire la realtà che mi circonda ogni giorno che passa. Quella sensazione di trovarci in un mondo che non ci permette del tutto di essere noi stessi, chiudendoci in una sorta di ciclo in cui tutto sembra ripetersi secondo la volontà e le aspettative di chi si trova all’esterno di noi stessi. Per una volta, ho voluto fare le cose secondo le mie personali esigenze, senza semplicemente correre incontro alla volontà di qualcun altro. Anche per questo, ritengo di aver prodotto quello che si potrebbe considerare come il mio lavoro più introspettivo, malinconico e sincero; nel contempo, però, non vuole assolutamente sembrare depresso o rassegnato, ma piuttosto vuole rappresentare in chiave fiabesca e fantastica le emozioni del suo creatore, così come le sue mirabolanti avventure personali al momento di sentirsi al proprio posto nel mondo che lo circonda. Naturalmente non posso aspettarmi che tutti colgano questi dettagli, ma mi auguro che più persone possibili riescano ad emozionarsi con ciò che ho voluto ricreare.
PER RAPPRESENTARE QUALCOSA DI COSÌ MAGICO ALLA MANIERA DEGLI AVANTASIA, ERA NATURALMENTE NECESSARIO CIRCONDARSI DI MUSICISTI E CANTANTI DI VALORE. A QUESTO GIRO CI SONO PERSINO DELLE NEW ENTRY: COME HAI SELEZIONATO (E SUCCESSIVAMENTE VALORIZZATO) I VARI OSPITI CHE POSSIAMO TROVARE ALL’INTERNO DELL’ALBUM?
– Credo che la maniera più sincera con cui etichettare quello che è stato il procedimento di scelta sia, molto semplicemente, l’intuizione personale: con Hansi Kursch, e soprattutto con Mille Petrozza, c’è un’amicizia sincera che dura ormai da tantissimi anni, il che ha reso sicuramente più semplice approcciarsi a vicenda per un lavoro di questo tipo. Con quest’ultimo, in particolar modo, c’era già da tempo l’intenzione di proporre qualcosa insieme all’interno della cosiddetta ‘Avantasia family’, ma purtroppo mancava il materiale giusto in cui valorizzare il suo stile personale; questo perché il suo modo di cantare, perfettamente in linea con gli stilemi del genere thrash metal, cui lui ha dedicato la vita, appare piuttosto distante da quel sapore operistico tipico del power metal e, quindi, anche del sound degli Avantasia. È una vera e propria belva urlante, ma è davvero genuino come pochi nello sfruttare il proprio timbro; tant’è che, una volta trovato il passaggio giusto in cui inserirlo, è stato sin da subito entusiasta di prender parte al nuovo lavoro. Per Hansi vale un discorso simile: era dai tempi dei primi due “Metal Opera” che volevo avvalermi di una sua partecipazione, anche perché è difficile non valorizzare una voce come la sua, ma purtroppo è divenuto effettivamente possibile solo ora, ed è bastato semplicemente mettermi in contatto con lui per ottenere subito una risposta positiva. Per quanto riguarda Candice Night invece è stato leggermente più complicato, anche perché non avevo mai avuto modo di conoscerla prima: una volta contattato il management dei Blackmore’s Night abbiamo spiegato che la titletrack “Moonglow” era già scritta e pronta per l’incisione, ma c’era bisogno di un timbro femminile per interpretarla alla maniera che mi ero immaginato, e lei era la scelta perfetta per questo compito. Neanche a dirlo, si è unita al progetto con gioia e ha svolto un lavoro impeccabile.
C’È QUALCHE ARTISTA IN PARTICOLARE, TRA QUELLI ANCORA ESTRANEI ALLA’ AVANTASIA FAMILY’, CON CUI TI PIACEREBBE COLLABORARE IN FUTURO?
– Prima di rispondere alla domanda è importante specificare che non vogliamo far sembrare che gli Avantasia abbiano una sorta di cilindro da cui estrarre nomi da sfruttare per dare visibilità al progetto; al contrario, la nostra priorità rimangono sempre e comunque le canzoni, e le voci rappresentano il tramite per poter dare vita a dei brani memorabili, magici e incisivi. Tuttavia, se dovessi dirti quello che sarebbe un vero e proprio sogno personale, mi piacerebbe davvero tanto introdurre Bruce Dickinson all’interno della ‘Avantasia family’, ma purtroppo si tratta di un desiderio piuttosto difficile da realizzare: purtroppo il management degli Iron Maiden è divenuto negli anni estremamente protettivo nei confronti dell’esclusività della sua voce e del suo peculiare estro artistico. Un vero peccato, considerando che il suo timbro si sposerebbe perfettamente con quella che è la proposta degli Avantasia, così come la sua personalità davvero interessante, eccentrica ed energica. Oltre al fatto che sono cresciuto con la sua musica: ricordo ancora quando, da ragazzino, passavo le ore ascoltando il vinile di “Live After Death”, di cui più avanti rimediai anche una registrazione video, col conseguente risultato di innamorarmi letteralmente anche dei suoi appariscentissimi pantaloni (risate, ndR).
PARLANDO APPUNTO DI PERSONAGGI CHE HANNO AVUTO UN FORTE PESO SULLA TUA FORMAZIONE MUSICALE: COSA PUOI DIRCI DELLA SCELTA DI INCLUDERE UNA BONUS TRACK, INTITOLATA SEMPLICEMENTE “HEART”, DEDICATA INTERAMENTE A STEVE PERRY?
– Si tratta sicuramente di un’altra figura di spicco tra quelle cui devo il mio stile personale come cantante: la sua versatilità e la sua capacità di raggiungere certe note, mettendole però al servizio di un songwriting melodico e completo, rappresentano qualcosa che non bisognerebbe in alcun modo dimenticare. Potremmo definire il suddetto brano come una sorta di vero e proprio omaggio di un fan a un grande vocalist di cui non tutti si ricordano sempre, composta naturalmente con uno stile il più vicino possibile a quanto fatto da Steve nel suo periodo con i Journey; tutto questo anche con la speranza di poterlo vedere nuovamente con loro, prima o poi. Nel contempo, ritengo si possa considerare una parte integrante del concept effettivo dell’album, e io ne sono molto soddisfatto; anche se, per via della sua natura particolare, è stato deciso di includerla come bonus track. Ciò, tuttavia, non preclude assolutamente nulla: basti pensare ad esempio a “The Story Ain’t Over”, che come ben sapete non ha mai trovato effettivamente posto in un full-length degli Avantasia, eppure rimane comunque uno dei brani più apprezzati di sempre dal nostro pubblico.
CAMBIANDO ARGOMENTO: SI AVVICINA IL VENTESIMO ANNIVERSARIO DALLA FORMAZIONE DEL PROGETTO AVANTASIA. PENSI DI FARE QUALCOSA DI SPECIALE PER L’OCCASIONE?
– Mah, sinceramente non mi pongo nemmeno il problema per il momento. Come detto in precedenza, dopo il tour di “Ghostlights” sono arrivato praticamente al limite, con il pensiero sempre più pressante di aver reso la mia vita un banalissimo schema fatto di aspettative e appuntamenti da rispettare. Per questo, preferisco non pensare a cosa si potrebbe eventualmente fare dopo aver concluso il tour dedicato a “Moonglow”; anzi, preferisco vivermi il momento al meglio delle mie possibilità, guardando al futuro solo nel qual caso decidessi di dare un seguito diretto a “Moonglow”, dal momento che abbiamo già del materiale avanzato su cui eventualmente lavorare, il tutto rigorosamente senza pormi paletti o limiti di sorta. Nel contempo, è bene non dimenticare che io ho anche un’altra band all’attivo, e ritengo opportuno che prima o poi gli Edguy possano tornare sul mercato con un nuovo album fatto e finito, soprattutto dopo il successo ottenuto con la compilation “Monuments”.
VOLGENDO INVECE UNO SGUARDO ALL’INDIETRO: TI ANDREBBE DI RACCONTARE BREVEMENTE COM’È NATA LA VOLONTÀ DI PROPORRE QUALCOSA DI PARTICOLARE COME IL FORMAT STESSO DI “METAL OPERA”? IL CUI NOME, RICORDIAMO, DERIVA PROPRIO DAI PRIMI DUE ALBUM DEGLI AVANTASIA.
-Principalmente, l’eccitazione al pensiero di poter osare e, soprattutto, la paura di quella stessa routine di cui abbiamo parlato più volte nel corso di quest’intervista. Ritengo che questa possa rappresentare il nemico più temibile dell’artista e, soprattutto, della creatività stessa. Ricordo che in quel periodo era da poco uscito il quarto album degli Edguy “Theater Of Salvation”, e per qualche motivo ci sembrava di aver già dato e detto tutto quello che ci era possibile per quelle che erano le nostre capacità e le nostre ispirazioni. A quel punto, presi la decisione di dare vita a qualcosa di differente e stimolante, che potesse unire la magnificenza di un genere come il power metal a qualcosa di orientato verso la narrazione e la collaborazione tra più voci: per l’appunto, un’opera! Chiaramente ci fu chi rise al pensiero di uno schieramento di anche dieci cantanti, dicendo che serviva una ragione valida per mettere insieme un numero così elevato di esecutori, oltre all’inevitabile spesa che una cosa del genere avrebbe comportato. Tuttavia, nessuno la definì un’idea effettivamente folle, anche perché l’intenzione era quella di proporre qualcosa che fosse il più slegato possibile dal concetto di semplice business, orientandosi verso una celebrazione artisticamente elevata, nuova e ricca di spunti provenienti direttamente dal cuore di chi aveva partorito l’idea. Ritengo che, quando si ha un’intuizione che proviene direttamente dal proprio cuore, sia indispensabile non essere banalmente materialisti, assumendosi la responsabilità dei propri rischi per un bene superiore e mirato alla realizzazione di qualcosa di nostro; anche perché la vita è imprevedibile, e non si può mai sapere cosa potrebbe derivare da una nostra intuizione. Se non avessi seguito ciò che sentivo, oggi non ci sarebbero sul mercato tutti gli album usciti dopo il 1999, e sicuramente non esisterebbero gli Avantasia, né probabilmente gli Edguy per come li conoscete oggi. Abbiate sempre il coraggio di rischiare e osare, ragazzi!
A QUESTO PUNTO, NON POSSIAMO FAR ALTRO CHE RINGRAZIARTI PER LA TUA SAGGEZZA E I TUOI SUGGERIMENTI, COSÌ COME PER LE EMOZIONI CHE HAI VOLUTO CONDIVIDERE CON TUTTI NOI. PRIMA DI CHIUDERE, QUALI SONO LE TUE ASPETTATIVE PER IL NUOVO TOUR?
– Grazie a te per il vostro interesse e per avermi ascoltato nelle mie lunghe esposizioni. Sono davvero eccitato al pensiero del tour incombente! Abbiamo intenzione di mettere in piedi uno spettacolo migliore di tutti quelli precedenti, con una scenografia completa e l’intera line-up degli Avantasia al completo, in modo da potervi offrire uno show lungo e ricco di momenti emozionanti. Naturalmente, vi attendiamo numerosi!