8.5
- Band: CANDLEMASS
- Durata: 00:58:36
- Disponibile dal: 22/11/1988
- Etichetta:
- Active Records
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Siamo nel 1988 e gli svedesi Candlemass, reduci dagli ottimi responsi ottenuti dal precedente “Nightfall”, tentano di consolidare ulteriormente la loro carriera in piena ascesa. “Ancient Dreams” tuttora viene riconosciuto all’unanimità come una dalle migliori prestazioni in studio della band capitanata da Leif Edling e dal carismatico cantante Messiah Marcolin. Con l’opener “Mirror Mirror” i Candlemass impongono ancora una volta il loro doom metal evocativo ed immaginifico costruito sulle chitarre di Mats Bjorkman e Lars Johansson (quest’ultimo autore anche di convincenti performance soliste) e forte di parti vocali estremamente suggestive. “A Cry For The Crypt” attinge dagli insegnamenti dei Black Sabbath, i riff pescano spezzoni di “Children Of The Grave”, inseriti alla perfezione nel tipico sound degli svedesi. Avanti con la cadenzata “Darkness In Paradise”, brano squisitamente doom dove Messiah Marcolin mette in mostra le sue grandi capacità teatrali e di interpretazione. Gli scandinavi riescono senza apparente difficoltà nell’intento di ricreare le atmosfere e le suggestioni sonore di un sinistro sogno antico, dai colori freddi e sbiaditi, vissuto in prima persona ad occhi aperti durante l’ascolto. La lunghezza media dei capitoli di “Ancient Dreams” non deve spaventare, nulla viene lasciato al caso, la bontà della musica ci tiene incollati all’ascolto per tutta la durata del disco. Vale la pena di spendere due parole per la title track, lenta e quadrata, sette minuti in cui i Candlemass si cimentano in un brano che dovrebbe venire preso come esempio da qualsiasi band intenzionata a suonare doom. Prima abbiamo citato Tony Iommi e compagni come fonte di influenza del gruppo, non a caso la traccia finale dell’edizione in cd dell’album si chiama “Black Sabbath Medley” ed è costruita sezionando parti di “Symptom Of The Universe”, “Sweet Leaf”, “Sabbath Bloody Sabbath”, “Into The Void”, “Electric Funeral”, “Supernaut” e “Black Sabbath”, tutte ricucite assieme. Con “Ancient Dreams” per la prima volta i Candlemass entrano anche nelle classifiche americane, certo in una posizione molto lontana dalle vette, ma un bel colpo per Edling e compagni. A distanza di trent’anni dalla sua pubblicazione questo lavoro viene ancora considerato come uno dei capisaldi più importanti del genere doom metal non a caso, ancora oggi infatti un sacco di giovani band prendono apertamente spunto da queste canzoni senza età.